4 giugno. La vita ai tempi del Covid-19

I dispositivi elettronici riconoscono solo due stati: presenza della corrente, assenza della corrente.

Sfruttando questa caratteristica e utilizzando il sistema binario l’essere umano è riuscito a creare un linguaggio che permette alle macchine di eseguire dei comandi che agli albori dell’informatica erano piuttosto semplici e riguardavano prevalentemente la possibilità di fare calcoli ma via via sono diventati sempre più complessi.

Agire in maniera binaria è molto più semplice: le possibilità sono sempre e solo due. Per questo anche noi esseri umani che pure siamo in grado di fare valutazioni molto complesse siamo spesso tentati dalla dicotomizzazione della realtà e ne facciamo ricorso soprattutto quando dobbiamo prendere decisioni rapide. Siamo circondati fin dalla nascita da coppie di elementi ben distinti su cui polarizziamo il nostro interesse e anche le nostre percezioni: buono/cattivo, amore/odio, bene/male, giusto/sbagliato, tutto/niente e così via per un numero enorme di abbinamenti in base ai quali formiamo anche la nostra conoscenza ed effettuiamo le nostre scelte.

Nelle fiabe per bambini si possono distinguere sempre nettamente il bene e il male ma crescendo la realtà diventa più complessa e riconoscere tra due opposti quello con valore positivo o quello con valore negativo è più complicato e spesso impossibile.

Kundera nel suo romanzo più noto, “L’insostenibile leggerezza dell’essere” si interroga sulla contrapposizione fra leggerezza e pesantezza. A riguardo, nel primo capitolo, dice “Ma davvero la pesantezza è terribile e la leggerezza meravigliosa? Il fardello più pesante ci opprime, ci piega, ci schiaccia al suolo. Ma nella poesia d’amore di tutti i tempi la donna desidera essere gravata dal fardello del corpo dell’uomo. Il fardello più pesante è quindi allo stesso tempo l’immagine del più intenso compimento vitale. Quanto più il fardello è pesante, tanto più la nostra vita è vicina alla terra, tanto più è reale e autentica. Al contrario, l’assenza assoluta di un fardello fa sì che l’uomo diventi più leggero dell’aria, prenda il volo verso l’alto, si allontani dalla terra, dall’essere terreno, diventi solo a metà reale e i suoi movimenti siano tanto liberi quanto privi di significato. Che cosa dobbiamo scegliere allora? La pesantezza o la leggerezza?”. E probabilmente a questa domanda non c’è risposta. Analogamente ci sono molte altre coppie di opposti in cui non è facile distinguere quello con valenza positiva da quello con valenza negativa come nelle coppie uomo/donna, giorno/notte, acqua/fuoco.

Anche la pandemia ci ha messi di fronte a una serie di diocotomie non sempre facilmente decifrabili nella loro complessità. Chiuso o aperto? Fuori o dentro? Quasi tutti sceglieremmo Aperto e Fuori. Meglio i negozi aperti, i ristoranti aperti, stare all’aperto. Possiamo ben dirlo ora che finalmente è di nuovo tutto aperto e siamo ufficialmente nella fase 3.

Chiusi, infatti, non ci vogliamo stare se siamo obbligati a farlo perché veniamo privati della nostra libertà. Ma se possiamo sceglierlo? Se ci proteggiamo da un nemico come abbiamo fatto e continuiamo a fare dal virus? In questo caso essere chiusi è stata la nostra salvezza. Qualcuno, infatti, ancora adesso continua a preferire di stare dentro casa perché il mondo fuori e, con lui il virus, fa paura. Ma per altri il dentro è stato più pericoloso del fuori. È stato così per le donne vittime di violenza che si sono trovate a stretto e continuo contatto con il loro aguzzino. È stato così per coloro che erano chiusi nelle RSA come in una gabbia dove il virus, divampando, li ha intrappolati. La dottoressa Gerli, psicologa responsabile del Servizio piscologico disagio lavorativo, molestie e mobbing della Cisl di Milano, ha lavorato spesso con gli operatori sanitari delle RSA e in questo periodo di emergenza sanitaria ha raccolto molte delle loro esperienze.  Il racconto di queste esperienze è nel sesto appuntamento delle pillole di psicologia che trovate qui https://www.cislmilano.it/dettagli_articolo/9806/Gli-operatori-socio-sanitari-e-il-dramma-Coronavirus-nelle-Rsa.

E poi ci sarebbe internet che è uno spazio aperto, una vera prateria che ci permetterebbe di essere idealmente ovunque nel mondo. In realtà, però, il più delle volte ci si ritrova chiusi nelle proprie bolle social dove ci siamo solo noi e chi la pensa come noi a convincerci di cose di cui siamo già convinti invece di provare ad allargare orizzonti e possibilità. Uno spazio tanto aperto alla fine non si mostra tanto diverso da una fortezza medievale costruita di false certezze.

Perché lo spazio aperto, come il mare aperto, può far paura e spesso è meglio navigare sotto costa che addentrarsi nell’oceano.

Analogamente possiamo chiederci rispetto alle nostre aziende: meglio chiuse o aperte?

Beh, meglio aperte perché vuol dire che abbiamo continuato a lavorare ma meglio con gli uffici chiusi in modo da poter stare a casa al sicuro e gestire i nostri problemi di conciliazione almeno finché dura l’emergenza. E l’organizzazione del lavoro meglio chiusa o aperta?

Le organizzazioni chiuse hanno il vantaggio della stabilità e quando funzionano può essere molto positivo e dare sicurezza ma hanno scambi limitati e scarse possibilità di evolversi. L’organizzazione aperta, tuttavia, per funzionare richiede grandi capacità organizzative e comunicative abbinate ad una buona dose di fiducia. Queste sono caratteristiche indispensabili, per esempio, per lo smart working che ci vede chiusi in casa ma all’interno di organizzazioni aperte.

Le nostre aziende sono pronte? La sensazione è sempre la stessa: le innovazioni potrebbero essere occasioni per ripensarsi ma in genere si rivelano solo un modo per ridurre i costi.

Il sistema binario costi/ricavi sembra essere ancora l’unico linguaggio inteso dalle aziende.

Il Comune di Milano riapre alcuni uffici https://www.comune.milano.it/-/lavoro.-accordo-tra-comune-e-sindacati-per-la-riapertura-degli-uffici-in-sicurezza-per-dipendenti-e-cittadini

Se uscite, ricordatevi che è adesso possibile scaricare la app di tracciamento “IMMUNI” https://www.immuni.italia.it/

La Comunicazione della FIRST CISL di Milano Metropoli