17 aprile. La vita ai tempi del Covid-19

Stiamo raccogliendo in questi giorni numerosi racconti di una nuova quotidianità lavorativa.

Molti ci stanno dicendo che lavorano più adesso da casa che quando erano in azienda.

Si inizia prima e si finisce dopo togliendo spazio alla propria vita privata con cui il confine è diventato labilissimo: divano-tavola-scrivania sono spesso una cosa sola. La mole delle cose da fare e i processi non ben definiti e ad alta variabilità rendono più complicata l’operatività.  Le pause non esistono quasi più e il pranzo si consuma in mezz’ora talvolta anche davanti al monitor. Spesso ci si deve affidare alla propria creatività per trovare soluzioni ai piccoli e grandi problemi giornalieri che altrimenti si ingigantiscono fino a sovrastarci.

Gli operatori dei callcenter ci raccontano che “si dovrebbe iniziare alle 9 ma alle 8.30 siamo già connessi per paura che non funzionino gli applicativi. Il monitor del portatile in dotazione è piccolo, e se apri la barra telefonica, la chat con i colleghi, chat con lo staff per gli aggiornamenti e la posta, non vedi niente. Chi, come me aveva a casa un secondo monitor, l’ha collegato.” E anche “Dare supporto ai colleghi da remoto è complicato perché in chat si allungano i tempi e non sempre si riesce ad essere esaustivi …a voce molto più semplice!!!” o ancora “Io prendo le chiamate delle aziende che seguo ma spesso anche quelle che seguono i miei colleghi e così fanno anche loro ma se si tratta di clienti problematici poi vengono ripassati a chi li segue di solito prolungando i tempi. Nel frattempo si devono leggere le mail e, se ci sono informazioni importanti, si devono girare. Naturalmente si fa anche la formazione se ci sono nuove implementazioni. In un attimo sono passate le 17.30 quasi senza fermarsi”. Infine ci segnalano che È tutto in divenire. L’operatività cambia e si modifica giornalmente”

Ma anche chi continua a lavorare a contatto con il pubblico ci racconta una quotidianità lavorativa complicata “all’inizio avevamo davvero paura. Non vogliamo paragonarci a medici e infermieri che sono davvero in prima linea ma anche noi eravamo esposti al virus senza protezione”, “le mascherine non arrivavano e spesso abbiamo dovuto farcele da soli. Non ci mettono le barriere in plexiglas perché ci dicono che non si adattano al layout della filiale”, “i clienti si affollavano in agenzia per chiederci le cose più disparate e spesso tutt’altro che urgenti”, “adesso va meglio anche se il timore resta perché i clienti vengono solo su appuntamento ma abbiamo tantissime cose da fare e le pratiche che si accumulano tra cui anche quelle covid come mutui e cassa integrazione”.

I lavoratori in ognuno dei nostri settori si stanno facendo in dieci per sopperire a tutte le mancanze che inevitabilmente si sono venute a creare a causa dell’emergenza sanitaria che ci ha trovati impreparati, spesso anche arrangiandoci da soli perché, quando c’è da rimboccarsi le maniche, noi non ci tiriamo indietro.

Siamo in emergenza e stiamo gestendo l’emergenza con molto senso di responsabilità e buona volontà ma i carichi di lavoro rischiano di schiacciarci e la poca chiarezza di normative e processi rischiano di travolgerci esponendoci maggiormente ai rischi operativi.

Siamo tutti concordi nel ritenere prioritario il contenimento del rischio sanitario (in tema di dotazione dispositivi (DPI) ove necessario, distanziamento e igiene soprattutto per i soggetti immunodepressi o portatori di malattie cardiovascolari, respiratorie, diabete) ma, soprattutto in vista della fase due, che sembra ormai prossima all’orizzonte anche se non ne sono ancora chiare tempistiche e  caratteristiche, si rende necessario entrare nel merito dell’organizzazione delle attività, rispetto a orari, ritmi, presenza/alternanza e carichi di lavoro per assicurarsi una maggiore sostenibilità a medio e lungo termine nonché la ridefinizione chiara dei processi alla luce della situazione contingente per non lasciare i lavoratori a farsi carico del rischio operativo.

La FIRST CISL sta presidiando quello che accade in tutte le realtà.

A questo percorso sono disponibili i comunicati pubblicati nelle aziende e nei gruppi sulla gestione dell’emergenza https://www.firstcisl.it/coronavirus-i-comunicati-dai-gruppi/

Ieri è stato firmato un accordo di settore per l’accesso al fondo di solidarietà per gestire gli effetti del COVID-19 sia in ABI https://www.firstcisl.it/2020/04/coronavirus-il-nuovo-accordo-nazionale-con-abi-su-misure-a-sostegno-del-lavoro/ che in ANIA.

L’INPS ha pubblicato il messaggio 1621 per chiarire le modalità di fruizione dei congedi per COVID-19 https://www.inps.it/MessaggiZIP/Messaggio%20numero%201621%20del%2015-04-2020.pdf

Cgil Cisl Uil al Premier Conte: “Prima della ‘Fase due’ occorre definire le condizioni per garantire la sicurezza e la salute dei i lavoratori. No alle fughe in avanti”

https://www.cisl.it/primo-piano/15947-coronavirus-cgil-cisl-uil-al-premier-conte-prima-della-fase-due-occorre-definire-le-condizioni-per-garantire-la-sicurezza-e-la-salute-dei-i-lavoratori-no-alle-fughe-in-avanti.html

A Milano è partita la distribuzione delle mascherine nelle case popolari https://www.comune.milano.it/-/coronavirus.-case-popolari-parte-oggi-la-distribuzione-di-300mila-mascherine

La Comunicazione FIRST CISL di Milano Metropoli