Furlan: “Il Paese è fermo. Serve un cambio di strategia da parte dell’Esecutivo”

Portare in cima all’agenda di governo la crescita, gli investimenti e il lavoro. Il Paese è fermo, serve un cambio di strategia da parte dell’esecutivo, visto che questi temi, ignorati nella Legge di bilancio, caratterizzano molto poco anche il Def. Altrimenti continueremo a mobilitarci per cambiare questa politica economica”. È quanto sottolinea la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan che, in vista del Primo Maggio, parla delle prossime iniziative unitarie in cantiere.

“Abbiamo raggiunto l’intesa sulla scuola dopo aver avuto rassicurazioni dal premier Conte sullo sblocco di investimenti importanti per le assunzioni e il rinnovo del contratto”, aggiunge la leader Cisl. “Lo stesso impegno lo chiediamo per tutte le categorie della Pa, che hanno bisogno di rinnovare il contratto e di avere le assunzioni per garantire servizi di qualità ai cittadini. Vogliamo che le rassicurazioni si traducano in impegni veri del Governo, per cui lo sciopero non è stato annullato ma sospeso. Alle parole devono seguire i fatti. Ma non basta”.

“Il Paese ha bisogno di una riforma fiscale per mettere al centro il lavoro, che renda più pesanti le buste paga dei lavoratori e le pensioni degli anziani. L’85% dell’erario pubblico grava su lavoratori dipendenti e pensionati. Bisogna intervenire subito, non solo in nome dell’equità, ma anche per garantire una ripresa dei consumi. Il taglio del cuneo fiscale è fondamentale e davanti alla posizione di Confindustria, favorevole a destinare ogni euro di taglio del costo del lavoro alle buste paga dei lavoratori, non si capisce perchè il Governo faccia finta di non sentire. Non accetteremo mai una riforma fiscale che premi chi è già in condizioni di ricchezza. Il decreto crescita ripara ad alcuni errori grossolani fatti in legge di Bilancio, ma il vero sblocca crescita si fa facendo ripartire i grandi investimenti pubblici e le grandi e medie opere infrastrutturali bloccate. Lo sblocca cantieri non velocizza i tempi burocratici, le misure sul subappalto e sull’innalzamento della cifra per l’affidamento diretto creano condizioni di minor trasparenza e minor sicurezza. Non ci siamo proprio”.

 

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