AdessoBanca! Per retribuire in modo responsabile i top manager

Per retribuire in modo responsabile i top manager:

– determinazione e immediata applicazione di un tetto massimo ai compensi dei top manager delle banche e abolizione dei bonus in entrata e in uscita;

– adeguamento dei compensi dei top manager delle aziende bancarie, sia per i contratti in corso che per quelli futuri, alle indicazioni delle direttive europee in merito al rapporto tra quota fissa e quota variabile con obbligo di vincolare almeno un terzo dei compensi complessivi al raggiungimento di obiettivi di interesse sociale e di legare la parte variabile a obiettivi di medio-lungo termine;

– innalzamento dei requisiti di capitale per le banche che non rispettino i tetti retributivi dei top manager e sospensione dell’autorizzazione all’emissione di prodotti finanziari in caso di mancata attribuzione di obiettivi di carattere sociale;

– costituzione in ogni banca di una commissione paritetica tra azienda, rappresentanze dei dipendenti e Banca d’Italia per la verifica delle politiche di remunerazione dei top manager, con il compito di relazionare l’Assemblea dei Soci esprimendo un parere motivato sulla congruità dei compensi;

– obbligo di sottoporre all’Assemblea dei Soci la ratifica dei contenuti economici dei contratti dei topo manager.

Il quinto punto del Manifesto è una logica conseguenza della proposta di legge di iniziativa popolare per “un tetto agli stipendi dei manager”, depositata in Parlamento da Fiba Cisl nel 2014, a cui hanno aderito circa 120.000 cittadini.

“E’ sicuramente una delle questioni più delicate del mondo del lavoro in generale, e del settore finanziario in particolare. Gli estremi di questa tematica – dichiara Paolo Ascagni, segretario generale First Cisl Pavia Lodi – vanno entrambi messi da parte: sgombriamo il campo, dunque, sia da chi evoca slogan facilmente populisti, sia da chi esalta il più totale arbitrio della logica imprenditoriale. Siamo di fronte, invece, ad un problema di equità, che per i suoi riflessi e le sue conseguenze va ad impattare anche sul modello di banca, sulla realtà lavorativa, sul rapporto con la clientela, sulla stessa tenuta del sistema bancario. La nostra organizzazione aveva affrontato il problema a viso aperto, con una raccolta di firme per presentare una proposta di legge di iniziativa popolare per la regolamentazione della retribuzione dei top manager (anno 2014). E che l’argomento non sia un esclusivo dominio della “libertà” d’impresa lo ha riconosciuto anche il legislatore, tramite l’approvazione della Legge 232/2016 sulla finanza etica e sostenibile, sancendo che gli istituti di credito devono promuovere “politiche retributive tese a contenere al massimo la differenza tra la remunerazione maggiore e quella media della banca, il cui rapporto comunque non può superare il valore di 5”. Oggi la differenza supera abbondantemente le due cifre – conclude Ascagni – c’è dunque molto lavoro da fare, ma con la consapevolezza che anche su questo tema si gioca una parte fondamentale della riforma del sistema bancario”.

Comunicazione First Cisl Lombardia