Oltre 600 delegati di 242 organizzazioni sindacali hanno celebrato a Belfast il 6° Congresso di Uni Europa, Federazione sindacale europea che rappresenta 7 milioni di lavoratrici del settore dei servizi, tra cui banche e assicurazioni.
“Real say, more pay” (Parola d’ordine, più retribuzione): lo slogan riassume la risoluzione di difendere i salari e conquistare spazi di contrattazione collettiva anche comunitari e di contribuire a costruire, in tal modo, una comunità più democratica mediante nuova occupazione, condizioni di lavoro sostenibili, una più equa distribuzione della ricchezza prodotta dalle aziende operanti nel perimetro europeo.
La difesa della contrattazione collettiva è stata il leitmotiv del congresso: la contrattazione settoriale è sotto attacco anche nei paesi dove è strutturata da tempo, e addirittura in molti Paesi dell’Europa centro-orientale l’opposizione dei datori di lavoro impedisce ancora oggi l’attivazione di questo strategico livello negoziale; la contrattazione aziendale, d’altro canto, rimane di strategica importanza soprattutto nelle aziende multinazionali, ma Global framework agreements e Joint declarations scontano l’impossibilità, legata al carente quadro legislativo comunitario, di produrre effetti “erga omnes”.
Una risposta parziale, ma efficace, per la crescita della rappresentanza sindacale nei paesi dell’Europa centro orientale sono i fondi strutturali Epocc-Cozz autofinanziati da Uni Europa proprio per dare assistenza organizzativa e opportunità formative ai sindacalisti di quei Paesi.
Il dibattito congressuale sul futuro della contrattazione europea si è sviluppato partendo dal successo della campagna di Uni Europa “No public contract without collective agreements!” ovvero, garantire che i finanziamenti pubblici siano destinati solo alle aziende che rispettano i contratti collettivi.
Normare anche per via contrattuale l’utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale nel settore dei servizi è la richiesta unanime emersa dal congresso.
Domenico Iodice, responsabile C.A.First e della delega tematica per l’attività internazionale, nel suo intervento ha sottolineato che la grande trasformazione che sta attraversando il settore bancario e assicurativo richiede un rafforzato presidio contrattuale dei diritti della personalità, data l’intrusività dei sistemi di rilevazione delle performance e la pervasiva datificazione delle attività. L’ultimo grande tema del congresso è stato quello della difesa dei livelli democratici, a partire dalla campagna “Democracy at work” per un pieno coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori nelle scelte organizzative e strategiche delle aziende. Su questo punto, Iodice ha dichiarato che “difendere la contrattazione collettiva significa difendere la democrazia economica. Dobbiamo insieme reagire ai più recenti tentativi politici di indebolire le importanti conquiste delle direttive sulla rendicontazione di sostenibilità (Csrd) e sulla due diligence (Csddd). Esse vanno difese e prontamente attuate, in quanto esigono il coinvolgimento pieno e proattivo dei sindacati a garanzia dell’effettivo rispetto del valore sociale del lavoro, smascherando in tal modo ogni possibile e autoreferenziale fenomeno di ‘socialwashing’”.
“Il sindacato democratico ha il diritto e il dovere di porsi come baluardo a difesa della democrazia anche quando e soprattutto gli interessi collettivi sono messi in pericolo dai nazionalismi e dagli estremismi – chiosa Luciano Malvolti, coordinatore internazionale First Cisl – ‘ReArm Europe’, però, non può essere l’unica soluzione. Per una difesa comune e comunitaria occorre un insieme di scelte responsabili, che includano una serie di strumenti comuni, politici, economici, finanziari, negoziali, civili, da mettere in campo con risolutezza e salvaguardando la coesione sociale”.
Oliver Roethig è stato confermato all’unanimità Segretario generale di Uni Europa.