Creval, gestito impatto piano su lavoratori, ora management faccia propria parte

“Il piano industriale di rilancio del Gruppo Creval, dopo anni di risultati negativi, ha richiesto molti sacrifici agli azionisti, di fatto azzerati dall’aumento di Capitale sociale, ed anche ai dipendenti. Come organizzazioni sindacali abbiamo responsabilmente accettato la sfida del risanamento, ma abbiamo preteso di contenere l’impatto, sia quantitativo che temporale, sulle condizioni di lavoratrici e lavoratori, principale valore della banca se vorrà riconquistare la fiducia del mercato. Il management ora faccia il suo dovere e guidi l’azienda ai necessari risultati positivi, che i dipendenti e gli investitori si aspettano.” E’ quanto dichiara Mauro Fanan, coordinatore nazionale di First Cisl, a commento dell’accordo sottoscritto nella serata di oggi in merito alla gestione degli esuberi in Creval.

L’accordo prevede l’accesso al fondo esuberi per almeno 170 dipendenti, a fronte di una dichiarazione iniziale di 400 eccedenze, oltre a circa 19.000 giornate annue, per due anni, di solidarietà non retribuita e altre misure di riduzione dei costi accessori – contributo cassa mutua, buoni pasto, rimborsi chilometrici – sia strutturali che temporanee. Disciplinato anche l’accorpamento del Credito Siciliano nel Credito Valtellinese, uniformando i trattamenti economici e normativi dei dipendenti. In caso di andamento positivo del Gruppo, è prevista la stabilizzazione degli attuali precari e l’assunzione di nuove risorse per un totale di 35 persone.

“Le misure di contenimento dei costi, sebbene prevalentemente temporanee, non sono irrilevanti – dichiara Felice Sirtori, segretario della First Cisl del Gruppo Creval – e ricadranno su tutti i dipendenti. Relativamente alla riorganizzazione del Gruppo, in primis per la chiusura degli sportelli, vigileremo sul manifestarsi di situazioni di difficoltà, ad esempio in merito ai trasferimenti che si renderanno necessari. Soddisfazione invece desta il fatto di essere comunque riusciti a cogliere la non facile possibilità di nuova, seppur non numerosa, stabile occupazione.”