ARTICOLO47 rilancia analisi First Cisl sull’andamento della parità di genere in banca

Nel mondo del lavoro bancario c’è ancora molta strada da fare per arrivare alla parità di genere. L’Ufficio studi di First Cisl ha dimostrato che, nonostante sia cresciuta la presenza di donne nella categoria dei quadri professionali e dei dirigenti, la distanza permane. La ricerca è stata condotta sugli organici di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Banco Bpm, Bper, (Ubi ora in Intesa), Bnl, Credit Agricole.

Il confronto ha riguardato gli anni che vanno dal 1997 al 2019 ed ha certificato la riduzione di 4 punti percentuali del divario donne-uomini. Si è passati dal 48% al 52%, risultato all’apparenza soddisfacente che però sconta la non omogeneità dei dati. Alcuni degli 8 istituti oggetto dell’analisi, hanno rivelato considerevoli progressi. In Intesa, Banca Monte dei Paschi di Siena, Credit Agricole la parità è stata raggiunta.

L’elaborato dell’ufficio Studi di First Cisl, pubblicato da ARTICOLO47, la newsletter del sindacato dei bancari della Cisl, evidenzia come la presenza delle donne sia maggiore nel settore delle Aree professionali dove operano il 57,90% rimanendo però indietro in quello dei Quadri direttivi che registra una presenza media del 36,2%. Infine, solo il 15,7% risultano essere dirigenti. Parziale invece il dato sulle promozioni indicato nelle Dnf (Dichiarazione non finanziaria) da 4 istituti degli 8 presi in analisi e che vede una lieve prevalenza percentuale delle donne nei percorsi di avanzamento professionale. Va però evidenziato che in 2 istituti la maggior parte della carriera è un percorso appannaggio più degli uomini che delle donne. Altro dato preso in esame è stato quello del part time, riflesso di pressanti esigenze familiari e di cura del proprio nucleo. Evidente la sproporzione dei richiedenti. In 6 banche analizzate le donne vi hanno fatto ricorso nelle misura del 25,8% dell’effettiva forza lavoro contro l’eloquente 1,7% costituito dagli uomini. Non molto diversa la situazione dei congedi parentali che, pur allargati ai padri, risultano quasi interamente utilizzati dalle lavoratrici.

Nel commentare il report dell’Ufficio Studi di First Cisl il segretario generale, Riccardo Colombani ha rimarcato come «negli ultimi anni, anche grazie all’impegno del sindacato, sono stati fatti molti passi avanti verso la parità di genere. Il nuovo contratto nazionale ha introdotto novità importanti su temi come la valorizzazione della genitorialità e i carichi di cura, fondamentali per consentire alle donne di seguire senza penalizzazioni i loro percorsi di carriera. Va ricordata anche la dichiarazione congiunta Abi–sindacati sulla violenza contro le donne. Tuttavia, la strada da fare per raggiungere l’eguaglianza di genere è ancora lunga».

La posizione di First Cisl, è stata completata dalla responsabile del Settore Donne e Politiche di parità e di genere, Elisabetta Artusio la quale ha auspicato la promozione di «programmi di vera valorizzazione delle persone, accompagnati da scelte organizzative coerenti, finalizzate a riconoscere e a investire nel merito, nelle potenzialità e nel valore aggiunto dato dalle diversità, indipendentemente dal genere. Il “gender gap” che emerge mostra uno spreco di capacità e competenze che le aziende non sono state in grado di utilizzare».

Il valore delle idee – 16 Maggio 2021