Come aggiustare Deutsche Bank?

La più grande banca europea continua ad avere grossi problemi: secondo alcuni la soluzione è renderla più europea, per altri invece ancora più tedesca.

«Come si ottiene una piccola banca tedesca? Mettendo insieme due grandi banche tedesche». La battuta circola da qualche settimana tra coloro che si occupano di finanza e si riferisce all’ipotesi di una fusione tra due grandi banche tedesche: Deutsche Bank, la più grande banca d’Europa e una delle più grandi al mondo, e Commerzbank, più piccola e dinamica. La fusione, però, non piace molto agli esperti.

La ragione si trova in un altro detto molto diffuso nel mondo bancario: «Due zoppi che camminano insieme cadono prima». In altre parole: è impossibile risolvere i problemi di redditività di una banca alleandola con un’altra banca che ha problemi di redditività. Mettendo insieme due istituti che si trovano in difficoltà, l’unico risultato rischia di essere ingigantire il problema. E quindi, può darsi che unendo due banche grandi se ne produca una più piccola.

Questo ipotetico scenario preoccupa soprattutto il governo e i politici tedeschi, che anche per questa ragione preferiscono l’alleanza “casalinga” con Commerzbank.

È difficile sopravvalutare l’importanza di Deutsche Bank per l’economia del paese. Non è soltanto l’unica grande banca internazionale rimasta in Europa, in grado di sfidare sullo stesso piano i giganti di Wall Street. È anche il principale motore dell’economia tedesca, legata a tutte le più grandi e importanti industrie del paese, con un patrimonio pari a circa 1.500 miliardi di euro, cioè la metà del PIL annuale tedesco. Il governo, e in particolare il ministro socialdemocratico delle finanze Olaf Scholz, spinge per la fusione con Commerzbank, in modo da creare un istituto ancora più grande e importante, una sorta di “campione nazionale” in grado di sostenere le aziende esportatrici tedesche con 140 mila impiegati, quasi 2 mila miliardi di euro di patrimonio e un fatturato annuo superiore ai 30 miliardi.

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