Merlini, un compito per tutti! Per un Paese più giusto, più libero, più plurale

L’editoriale di Pier Paolo Merlini, segretario nazionale First Cisl con delega alle Bcc, dal titolo: “Un compito per tutti! Per un Paese più giusto, più libero, più plurale.”

“Siamo ormai alla vigilia della tanto attesa Fase2 e, il poco tempo che ci divide dal 4 maggio, scorre inesorabilmente verso un processo di “riapertura” che, ad oggi, sembra ancora confuso nei suoi meccanismi e nelle sue regole.

Il virus non è affatto sconfitto, dovremo imparare a conviverci e questo periodo di lockdown avrebbe dovuto insegnarci a non farci cogliere impreparati nel caso in cui, allentando le misure, i contagi riprendano a salire.

In questo contesto rimettere in moto un sistema industriale complesso non è semplice ma, soprattutto, non sarebbe sostenibile un nuovo stop solo dopo pochi giorni. Un’eventualità che dobbiamo cercare di prevenire ed eventuale circoscrivere tempestivamente.

“Prima la salute delle persone” e “andrà tutto bene” sono i refrain che ci hanno accompagnato in questo periodo di quarantena.

Due affermazioni che ci hanno stimolato, incalzato e incoraggiato ma che, in alcune circostanze, sono sembrate paradossali e, soprattutto la prima, quasi “irragionevole” nello sviluppo delle scelte che istituzionalmente venivano assunte.

 “Prima la salute delle persone”

Il Sindacato ci ha fermamente creduto e con la sua azione quotidiana ha costretto Governo e parti sociali interessate a crederci, esercitando a pieno la sua primaria funzione, con autorevolezza: quella di tutelare i lavoratori. I protocolli, gli accordi e i verbali d’incontro sottoscritti volti a riaffermare la centralità delle persone su tutto il resto ne sono una prova. Un principio, quello della salute, che per la Cisl non è stato un concetto astratto e la sua reale concretizzazione si è dimostrata nei contributi che i dirigenti della confederazione hanno portato nelle diverse audizioni alla Camera e al Senato. Anziché presidiare comodi salotti televisivi, i segretari confederali e così tutti i loro dipartimenti, hanno incessantemente lavorato “nell’ombra” per il bene di tutti e per il bene comune. Un’idea di bene che accumunava lavoratori, imprenditori e aziende.

Perché allora questo messaggio appariva irragionevole?

Perché la retorica della politica, di una parte del mondo imprenditoriale e di quello scientifico ha preferito anteporre il proprio tornaconto e il proprio prestigio personale a quello del Paese. Conferenze stampa con squilli di trombe e rulli di tamburo per annunciare l’accordo sull’anticipo della Cassa integrazione e sui finanziamenti “facilitati” alle imprese e alle partite Iva e subito dopo tutto si incaglia tra mille distinguo, mille rettifiche e mille sfumature interpretative. Solo un esempio che però ancora una volta dimostra come sia facile prendersi il proscenio e scaricare sui bancari il problema. Una situazione non senza rischi, non ultimo quello di attacchi personali come si è verificato in alcune parti del Paese.

 “Andrà tutto bene”

Un auspicio che ha dovuto ben presto fare i conti con la realtà, con un sistema bloccato da mille cavilli e da interpretazioni personalistiche e personalizzate delle norme. Un male chiamato burocrazia che, soprattutto in questo particolare momento di crisi, fa più danni del Covid-19. Certificazioni infinite, decreti, circolari, ordinanze e contro-ordinanze, un vero labirinto in cui perdersi in perfetta solitudine, con la paura di trasgredire inconsapevolmente agli innumerevoli dettami legislativi che questa emergenza ha prodotto. Guanti si e guanti no, mascherine si e mascherine no, come può andare tutto bene?

Ma la Fase2 avanza inesorabilmente, per adesso con tanti dubbi e qualche timida protesta che comincia a emergere.

Ci ritroveremo, anche contro la nostra reale volontà, ad affrontare un bivio.

La prima strada è quella del ritorno alla normalità cogliendo l’opportunità di cominciare a cambiare nel profondo questa società che ormai sembra scontentare tutti. Un’occasione formidabile per occuparci di inquinamento e dell’incuria per la terra che viviamo; per rafforzare e recuperare tutti quei rapporti sociali che la frenesia del vivere quotidiano ha sempre più limitato; per combattere quella parte di cinico egoismo che condiziona negativamente il comportamento delle persone, espressione di un mondo che non riesce più a guardare agli altri.

La seconda via è quella di illudersi che la strada che porterà alla felicità, personale e della società intera, sia quella di tornare a riempire gli stadi; a frequentare bar e ristoranti; a lavorare senza nemmeno un po’ di soddisfazione personale con l’unico obiettivo di “guadagnare” sempre di più, dimenticandosi delle diseguaglianze sociali che questo “moderno” stile comportamentale ha determinato.

Il cambiamento passa da uomini e donne che abbiano chiaro un desiderio di novità, che abbiano chiaro il significato di “bene comune” ovvero uomini e donne che abbiano un’idealità e l’ambizione di costruire il “bene di tutti”.

Il Sindacato c’è e continua a svolgere la sua missione, il mondo dei cosiddetti corpi intermedi ha retto il colpo e la quarantena garantendo e supplendo spesso alle prerogative proprie della politica e dello Stato.

E’ questo il punto di partenza, da una realtà sindacale che già c’è e funziona, ma che fino a oggi qualcuno per opportunità ha cercato di identificare esclusivamente con l’assistenza sociale e con il sostegno ai più sfortunati. Un compito, fra i tanti assolti dal Sindacato, che abbiamo sempre fatto nostro; un compito che ci soddisfa e non limita la nostra capacità di progettare un futuro sempre migliore, alternativo e al contempo complementare a uno sviluppo economico equo e sostenibile.

Dobbiamo ricostruire un Paese.

La nostra scelta è per un Paese più giusto, più libero e più plurale.

Un compito per tutti!”

Comunicazione First Cisl Credito Cooperativo

Allegato: l’editoriale di Pier Paolo Merlini