Parte la procedura-madre del piano industriale 2019

Nota agli iscritti First Cisl

Il 9 luglio 2019 si è tenuto un incontro tra le organizzazioni sindacali del gruppo Bper, allargato a tutte le Rsa collegate in videoconferenza dalle diverse realtà dove il gruppo opera, e la controparte aziendale per illustrare in modo più dettagliato le principali linee guida che porteranno, entro il 2021, al raggiungimento degli obiettivi previsti nel piano industriale 2019-2021.

Ricordiamo i principali punti salienti del piano, presentato a marzo 2019 dall’amministratore delegato del gruppo: razionalizzazione territoriale, riorganizzazione della rete distributiva, fuoriuscite di personale per pensionamenti ed esodi.
Tutto ciò, ma era chiaro fin dall’inizio, comporterà un grosso sforzo organizzativo che vede in primis coinvolta la forza lavoro del gruppo, il personale inteso come lavoratori.

Alla luce dei numeri presentati dalla controparte aziendale, ancora a nostro avviso insufficienti e contradittori in alcuni casi, sono sorte grosse perplessità sulle metodologie e sulle ricadute che una manovra sul personale di queste dimensioni avrà nei confronti dei colleghi che rimarranno in servizio e sui territori coinvolti.

La riduzione sui costi del personale prevista per triennio 2019-2021 ammonta a circa 80 milioni di euro all’anno.
A fronte dei numeri già conosciuti fin dal mese di marzo 2019 e cioè calo dei livelli occupazionali di 1300 persone a fine 2021 e le 230 chiusure di sportelli programmate nel gruppo, si sono aggiunti quelli riferiti alle attese uscite di personale per singoli territori secondo le previsioni aziendali che, ancora una volta, vedono la nostra isola coinvolta in maniera pesante con un’incidenza del 23% dell’attuale organico in servizio in tutte le aziende presenti, Banco di Sardegna in primis.

Il piano esodi, su base volontaria che dovrebbe essere incentivato, riguarderà sia chi raggiungerà i requisiti in arco piano, entro il 2021, sia coloro che raggiungeranno i requisiti entro il 31.12.2025. L’azienda ha previsto l’apertura volontaria al fondo straordinario per 5 anni per coloro che maturano i requisiti dal 1 gennaio 2021 al 31 dicembre 2025.

Le uscite programmate saranno presumibilmente comprese tra marzo 2020 e marzo 2021 in vari step per non appesantire la già cronica mancanza di personale nelle strutture.
Il gap tra le uscite programmate e il fabbisogno di personale che ne deriverebbe fa si che la Sardegna necessiti di diverse centinaia di nuovi lavoratori.

La domanda sorge spontanea, come si recupera questa differenza?
In una normale logica industriale la risposta non può essere che nelle assunzioni, forze fresche da inserire in un mercato del lavoro già in crisi in vari settori, industria, agricoltura, terziario, sarebbe una bella boccata d’ossigeno per la nostra realtà.
Tutto ciò però, stranamente, non si evince dalle slide presentate, anzi, oltre ai territori che necessitano di personale, si evidenziano gli altri dove, sempre secondo i calcoli aziendali, ci sono delle sovrabbondanze di lavoratori.
In una normale contrattazione fra le parti, azienda e sindacato, questo disavanzo e avanzo di personale si risolve, con le opportune incentivazioni, creando sinergie tra i territori coinvolti.
In questo caso c’è un “piccolo particolare”, il mare Tirreno, che non consente la continuità territoriale né ovviamente un’agevole mobilità della forza lavoro.

Quindi che soluzione si può prospettare per colmare questa deficienza di personale in Sardegna se non quella di nuove assunzioni? Noi non ne vediamo delle altre e non vorremmo pensare che la capogruppo intenda adottare soluzioni che comporterebbero un impoverimento del territorio. Ma, ricordando una famosa frase di una nota personalità politica scomparsa tempo fa, a pensar male si fa peccato ma qualche volta ci si azzecca.

Per quanto ci riguarda chiederemo lumi su questo dilemma che non può essere lasciato solo alla contrattazione fra le parti ma deve essere risolto prima con chiarezza e trasparenza.
È chiaro fin da subito che faremo tutto ciò che è possibile e che rientra nelle nostre competenze, in primo luogo coinvolgere le Confederazioni Sindacali Regionali, le Unioni Sindacali Territoriali, forze politiche ma soprattutto vorremmo capire se la Fondazione di Sardegna, che detiene attualmente il 10% della Bper, è debitamente e puntualmente informata dello sviluppo di questo piano e, nel caso, come pensa di agire nell’interesse del territorio in cui opera.

Sassari, 11 luglio 2019
LA SEGRETERIA DI COORDINAMENTO FIRST CISL BANCO DI SARDEGNA

CLICCA QUI PER LEGGERE IL COMUNICATO UFFICIALE EMESSO UNITARIAMENTE DA TUTTE LE SEGRETERIE SINDACALI.

https://www.firstcisl.it/bancodisardegna/wp-content/uploads/sites/55/2019/10/Comunicato-11072019-avvio-procedura-Madre-11-luglio-2019.pdf