Presentazione piano industriale Bper fra luci e ombre

In allegato Vi trasmettiamo il comunicato unitario redatto al termine dell’incontro, svoltosi a Modena il 1 marzo u.s., in cui l’amministratore delegato del gruppo Bper ha illustrato ai sindacati
il piano industriale 2019-2021, alla presenza dei segretari generali nazionali di tutte le sigle sindacali.
Alcune considerazioni vanno fatte, al di là del contenuto del comunicato, per rendere ancora meglio la posizione sindacale già espressa in quella sede.
Un piano che sembra in fotocopia quello precedente, dove si evidenziano molto i tagli sui costi del personale, fatti di chiusure filiali (230), esuberi di personale (1716 considerando i 230 contratti di
somministrazione in scadenza), ulteriori razionalizzazioni che porteranno sicuramente ad un dimagrimento anche delle Direzioni Generali e del semicentro (Direzioni territoriali e Aree territoriali).
Certo, tutto ciò è anche derivato dall’acquisto di Unipol Banca e del suo ingresso in Bper Banca con un operazione di incorporazione che riguarderà anche la Cassa di Risparmio di Saluzzo e
quella di Bra, ma, di fronte agli utili dichiarati i migliori di sempre nel gruppo, come si collocano questi interventi?
Che dire poi delle 400 assunzioni previste, dove magari sono già ricomprese le trasformazioni di molti dei contratti somministrati in contratti a tempo indeterminato in scadenza, ma allora il dichiarato ricambio
generazionale in realtà quante realmente risorse assorbe? Se la matematica non è un opinione 400 – 230 arriviamo ad appena 170 nuovi ingressi, poco più dell’ 1% della attuale forza lavoro
cosi come risulta dal piano appena presentato (14.039 addetti). Se si considera inoltre che la maggior parte dei contratti di somministrazione sono nella capogruppo, ci chiediamo quante nuove
risorse sono destinate alla Sardegna ed al Banco di Sardegna in particolare.
Lo stesso dicorso vale per la chiusura delle filiali, 230 in cui sono ricomprese le 48 oggetto dell’informativa sindacale in discussione in questi giorni tra OO.SS. e azienda, ci domandiamo come si possa  presidiare i territori e contemporaneamente chiudere gli sportelli, magari facendo leva sul fatto che la clientela faccia le operazioni utilizzando i canali digitali piuttosto che allo sportello. Però non tutta l’Italia opera in maniera uguale, ci sono regioni come la Sardegna che sono agli ultimi posti per l’uso di Internet ed altre più evolute. Inoltre bisogna tenere conto di altri fattori, trasporti e facilità di collegamenti, la Sardegna non ha le autostrade o i Freccia Rossa ma collegamenti che definire da terzo mondo e quanto mai appropriato.
Un tema molto in voga in questo momento ed evidenziato dal nostro segretario generale è stata l’ulteriore cessione all’esterno di NPL con la richiesta, fatta all’ A.D., di tenere all’interno del gruppo queste
lavorazioni, visto che abbiamo la società B.C.M. che ha molto ben operato in questi anni, cosa peraltro dichiarata anche nel corso dell’incontro dall’ amministratore delegato. Come hanno ricordato le OO.SS., la società che ha acquistato l’ultima cessione di NPL è la UnipolRec che non ha il contratto del credito, unico caso in Italia.
I prossimi mesi saranno caratterizzati da un’intensa attività di messa a terra del piano, in cui certamente i lavoratori saranno chiamati a dare il loro contributo anche in termini di suggerimenti
e proposte che le OO.SS. porteranno nelle sedi opportune per governare al meglio le ricadute di questo piano industriale che rischia di essere molto pesante per tutti i soggetti coinvolti.
Cordialmente Vi salutiamo.
La Segreteria di Coordinamento First Cisl Banco di Sardegna