Carige, sottoscritti due accordi sulle filiali smart

In questi giorni si è concluso un lungo confronto tra sindacati e azienda “finalizzato a disciplinare le ricadute sul personale coinvolto nell’iniziativa di attivazione delle filiali smart”; lo si legge in un comunicato unitario di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin nel Gruppo Banca Carige con cui i sindacati informano della sottoscrizione di due verbali “con lo scopo di tutelare al massimo le colleghe e i colleghi che vi opereranno, in piena coerenza con le disposizioni del Ccnl e con le previsioni della contrattazione aziendale”, migliorata dai suddetti accordi.

“Tra i punti principali degli accordi – riporta la nota unitaria – va sottolineato che tutte le persone operanti presso la filiale smart madre risulteranno a ogni effetto appartenenti all’unità produttiva di Olgiate Comasco e vedranno loro applicate tutte le condizioni economiche e contrattuali collettive – sia nazionali che aziendali – previste per il personale di Rete, con specifiche previsioni migliorative in materia di possibili contestazioni disciplinari, in continuità con quanto ottenuto con l’accordo del 16 luglio 2020 in materia di operatività connessa ai decreti anti covid in sostegno all’economia, e in piena coerenza con la linea politico-sindacale di questi ultimi anni volta a rafforzare le tutele di tutti i dipendenti”.

Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin invitano tutte le colleghe e i colleghi “ad attenersi strettamente alle indicazioni contrattuali e di legge e soprattutto alle norme antiriciclaggio; in considerazione della particolare operatività della filiale smart di Olgiate Comasco” e a “segnalare sistematicamente tramite apposita procedura Kyc tutte le operazioni occasionali della non clientela superiori ai mille euro”.

I sindacati hanno inoltre incontrato l’amministratore delegato, alla presenza dei vertici del personale e del commerciale, ponendo “il problema delle pressioni commerciali, della necessità di procedere a nuove assunzioni e investimenti in infrastrutture tecnologiche, procedure e ammodernamento di rete e sedi e chiesto riscontri sulle voci di possibili cessioni di rami d’azienda”. Hanno inoltre ribadito la necessità di “estendere, ferma la volontà delle persone interessate, il contratto dei neoassunti entrati a tempo parziale a tempo pieno”.

Per Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin l’incontro con i vertici aziendali “è stato utile per confermare, in via definitiva, che la mole di prove documentali che abbiamo raccolto a sostegno delle nostre denunce della violazione del Ccnl e dell’accordo aziendale in materia di pressioni commerciali deve necessariamente comportare un cambiamento repentino e radicale degli atteggiamenti aziendali”.

Rispetto all’avvio di una operazione di cessione del Pegno “in coerenza con quanto condiviso nelle trattative del 2019” i sindacati hanno ribadito una “ferma contrarietà e ostilità a qualsiasi operazione che coinvolga lavoratrici e lavoratori”, concludendo che “su questo tema, così come sulle pressioni commerciali, si gioca, di qui in avanti, il futuro dell’andamento delle relazioni sindacali in azienda” e che se dovessero venir meno metteranno in campo “tutte le azioni necessarie di coinvolgimento della categoria, a partire dai presìdi”.


 

Il comunicato unitario dell’intersas Gruppo Banca Carige di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin