Per affrontare e sconfiggere la violenza contro le donne c’è bisogno di una molteplicità di soluzioni istituzionali e culturali, focalizzate sul concetto di responsabilità e cura. Un compito reso arduo dalla mancanza di una base dati più solida di quella oggi disponibile, ma che ha segnato comunque notevoli progressi negli ultimi tempi, grazie non solo a nuovi interventi legislativi ma anche all’impegno del sindacato sul versante della violenza economica e dell’asimmetria del potere finanziario tra i generi. Questo il filo conduttore dell’intervento svolto dal Segretario generale nazionale First Cisl Riccardo Colombani nel corso della tavola rotonda “Rispetto, uguaglianza, giustizia per tutte le Donne. Combattere la violenza contro le donne e facilitare i percorsi di salvaguardia delle vittime”, organizzata dalla Struttura nazionale Donne e politiche di parità e di genere. Moderata dalla responsabile della struttura, Elisabetta Artusio, sono intervenute la Dott.ssa Rosa Di Matteo, Coordinatrice Centri antiviolenza della provincia di Napoli, il Dott. Alberto Grandi, autore della ricerca “Mascolinità, performatività e comunicazione stereotipica”, il Dott. Fabio Roia, Presidente del Tribunale ordinario di Milano, l’Avv.ssa Ilaria Ramoni, coautrice con il Dott. Roia del libero “Mai più cosa Vostra”.
“Nel 2019 abbiamo sottoscritto una dichiarazione congiunta tra sindacati e Abi contro le violenze sui luoghi di lavoro. L’accordo è stato rinnovato ogni due anni, da ultimo quest’anno alla vigilia della Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne, una circostanza non casuale perché i simboli sono importanti – ha spiegato Colombani – All’inizio l’intesa prevedeva esclusivamente la possibilità di sospendere il pagamento della quota capitale dei mutui o comunque dei prestiti al consumo durante il percorso di protezione, non oltre però i 18 mesi. Ora siamo arrivati ad inserire nel Protocollo siglato con Abi una raccomandazione rafforzata all’assunzione di donne che sono inserite in percorsi di protezione, laddove si aprono dei piani di ricambio generazionale nelle imprese associate quindi all’Associazione bancaria italiana. I frutti sono maturati in pochissimi giorni, con l’accordo sul ricambio generazionale raggiunto in Banco Bpm, che prevede una percentuale di assunzioni riservata alle donne inserite nei percorsi di protezione. Si tratta – ha sottolineato Colombani – di un caso che potrà fare da apripista nel settore bancario, ma anche al di fuori di esso. Di notevole rilievo è anche l’impegno assunto dalle parti di promuovere presso il legislatore una modifica della legge 68/99. Non va dimenticato, poi, un ulteriore impegno, quello a promuovere interventi normativi che consentano alla donna vittima di violenza di sospendere il pagamento della quota capitale dei mutui a prescindere dal consenso dei cointestatari, che potrebbero in alcuni casi coincidere con l’aggressore”.
“La lotta contro la violenza sulle donne è un processo culturale. E i processi culturali sono ovviamente complessi e richiedono tempo per provocare cambiamenti sostanziali. Il linguaggio è uno degli aspetti più importanti. Per questo nella nostra organizzazione abbiamo promosso un investimento culturale sull’utilizzo del linguaggio di genere che si è rivelato particolarmente importante nel generare consapevolezza. Quella contro la violenza sulle donne, infatti, è una battaglia che si combatte ogni giorno, un passo alla volta. Non basta un’indignazione intermittente – ha concluso Colombani – a cambiare le cose perché la cultura del patriarcato affonda le radici nella nostra storia e presenta elementi di grande complessità. Quello che serve è proseguire il confronto attraverso un’interlocuzione sempre più stretta in chiave istituzionale tra esperienze e competenze diverse, in modo da creare un vero e proprio osservatorio sulla realtà del nostro Paese”.
Vai alla pagina della Struttura nazionale Donne e politiche di parità e di genere

