“La risposta positiva degli azionisti Banco Bpm alla modifica delle condizioni dell’Opa su Anima, con l’aumento del corrispettivo, anche in assenza del responso della Bce sull’applicazione dei benefici derivanti dal Danish Compromise, significa che la compagine sociale è solida e che Unicredit, se vorrà conquistare la banca di Piazza Meda, sarà costretta a migliorare sensibilmente le condizioni dell’Ops. I media e gli osservatori sono attratti dallo scontro senza esclusione di colpi tra i banchieri coinvolti e trascurano che l’eventuale aggregazione comporterebbe ricadute significative su tutti gli stakeholder, non solo sugli azionisti”. Lo ha dichiarato il Segretario generale nazionale First Cisl, Riccardo Colombani, intervenendo al Congresso di First Cisl Gruppo Banco Bpm in corso a Rimini.
“Infatti, molti lavoratori di Unicredit e Banco Bpm, potrebbero essere coinvolti in processi di mobilità, di riqualificazione d’emergenza e magari allettati dall’ennesimo esodo che inciderebbe ancora sui livelli occupazionali, con poche certezze, tra l’altro, riguardo alla stabile occupazione di giovani, soprattutto per la scarsa attrattività del lavoro in banca – ha proseguito Colombani – E poi, indubbiamente, vi sarebbero conseguenze per famiglie ed imprese, in quanto, si dovrà fare i conti con il probabile superamento dei limiti antitrust che, in non poche province del Nord, in Molise ed in Sicilia, potrebbero orientare l’Agcm ad ordinare la dismissione di attività per rientrare nei limiti di concentrazione ammissibili, a tutela della concorrenza. E, visto il numero di sportelli, e delle relative quote di mercato, potrebbe non essere semplice trovare compratori, soprattutto al Sud”.
“A soffrire, inoltre, sarà comunque il tessuto delle Pmi, penalizzato dalla probabile stretta creditizia dovuta alla sovrapposizione degli affidamenti – ha aggiunto il Segretario generale First Cisl – Ad onor del vero, il Cda del Banco Bpm, che ha utilizzato quest’ultima argomentazione per evidenziare le conseguenze negative dell’assorbimento in Unicredit, ha trascurato di ammettere che nel 2024 la banca ha ridotto gli impieghi a clientela di ben 4,3 miliardi di euro. Non è poco. Ci fa piacere che, con l’aggiornamento del piano d’impresa, comunicato in occasione della presentazione dei risultati ’24, si sia manifestata la volontà di aumentare l’ammontare complessivo del credito. Riguardo alle altre previsioni del piano, vanno monitorati gli effetti dell’acquisizione di Anima circa l’entità delle commissioni. La rete commerciale è già sotto pressione e con organici all’osso. Non è accettabile: serve una rapida inversione di tendenza. Il Banco Bpm deve fornire prova di responsabilità sociale d’impresa. L’occasione – ha concluso Colombani – è rappresentata dalle previsioni della legge d’iniziativa popolare sulla partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori che è approdata al Senato. Infatti, per tutte le forme partecipative, e quindi, anche nel caso di rappresentanti dei lavoratori nei board di amministrazione, è previsto il protagonismo delle parti sociali, attraverso la contrattazione collettiva”.