Il terzo trimestre si conferma brillante per i primi cinque gruppi bancari italiani. Continuano a crescere utili e ricavi mentre calano gli impieghi. In sintesi è questa la fedele foto dei conti delle big five (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Bper, Mps) che rilascia la puntuale analisi condotta dalla Fondazione Fiba di First Cisl.
Ampia copertura della stampa ai dati del report cislino. “First Cisl, ricavi e utili ancora in rialzo per le banche. Colombani, calo impieghi banche segnale di allarme” titola Ansa. Per AdnKronos “Banche: First Cisl, ricavi record in terzo trimestre per grandi gruppi ma ulteriore frenata credito”. Agi scrive “Banche: First Cisl, ricavi record terzo trimestre, calo prestiti Italia. Colombani, serve offerta credito ad hoc”. Sulla stessa linea Askanews “Banche, First Cisl: ricavi record per prime cinque italiane. I prestiti crescono in Europa ma non in Italia”: Nel suo titolo Il Sole 24 Ore Radiocor rilancia le preoccupazioni del segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, sulla riduzione del credito concesso che definisce “un segnale preoccupante” che rivela come sia crescente “l’avversione al rischio”.
Spazio all’analisi della Fondazione Fiba sulle trimestrali della prime cinque banche italiane viene dato anche da importanti quotidiani nazionali. “Banche, ricavi record nel terzo trimestre ma i prestiti alla imprese sono al palo” titola La Stampa. Simile l’impostazione de Il Messaggero: “Banche, ricavi record nel terzo trimestre per le prime cinque in Italia. I prestiti crescono in Europa”. Avvenire rilancia gli utili delle principali banche italiane sottolineando nel suo titolo il “Boom di profitti per il Monte dei Paschi. Su Unipol pesano i prepensionamenti”.
Per Il Foglio “La spinta che manca in banca per la crescita. I profitti migliorano, bene, ma i prestiti no. Come uscirne? Un modello europeo”. Il Tempo sottolinea “Ricavi record degli istituti nel terzo trimestre. Segnali di frenata del credito”. “Banche: Fondazione Fiba, utili cinque big crescono ma calano impieghi” segnala Borsa Italiana.
Quotidiano Nazionale, La Sicilia, L’Arena, La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giornale di Vicenza, la Gazzetta di Mantova, Bresciaoggi e Tiscali News sono accomunati dal titolo “First Cisl, ricavi e utili ancora in rialzo per le banche”. Il Tirreno, La Nuova Ferrara, la Gazzetta di Reggio, la Gazzetta di Modena scrivono: “Ricavi record per le banche italiane ma il credito segna una battuta d’arresto”.
Tutte le citate testate giornalistiche propongono ampi stralci del report della Fondazione Fiba di Fist Cisl dal quale emerge che “gli impieghi risultano in calo costante da nove trimestri consecutivi per un totale di oltre 94 miliardi (- 7,8%), mentre a livello europeo le banche significant negli stessi trimestri, non considerato l’ultimo chiuso alla fine di settembre, perché non ancora pubblicato da Bce, evidenziano complessivamente un incremento del 3%. Le commissioni nette danno ancora più forza alla crescita dei ricavi con un incremento del 7% e un ammontare pari all’1% (su base annua) del totale dell’attivo. Si conferma, sotto questo aspetto, il trend che vede le banche italiane performare molto meglio della media delle concorrenti europee per quanto riguarda il peso delle commissioni sul totale degli attivi”.
“A fronte di costi operativi sostanzialmente stabili, la redditività è sostenuta anche dal permanere delle rettifiche su crediti su valori eccezionalmente bassi, con un’incidenza sugli impieghi di 23 punti base. Si arriva così ad un risultato netto complessivo dei 9 mesi di oltre 19 miliardi, in crescita del 22,4% rispetto al 30 settembre 2023, con un Roe del 15,7%. Si registra inoltre un contenuto aumento del costo del personale (+ 2%), nonostante gli aumenti retributivi derivanti dal rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro. Incide, a questo riguardo, il calo del numero di occupati (- 2,03%). Continua la chiusura degli sportelli (225 quelli chiusi nel periodo)”.
“In termini di efficienza segnano valori record gli indicatori costo personale/proventi operativi (25%) e cost/income (40,1%), quest’ultimo ben inferiore alla media dei maggiori gruppi europei (53,2%). Balzano in avanti anche gli indici di produttività: il margine primario pro capite sale del 9,8%, con commissioni per dipendente in crescita del 9,8%, e il risultato di gestione pro capite registra un rialzo del + 14,2%”.
I dati riaffermano la forza della “qualità del credito, con un’incidenza minima dei crediti deteriorati netti (1,4%) e con la forte contrazione dei crediti stage 2 (- 21,3%). Resta elevata la patrimonializzazione: il Cet1 ratio è in leggero incremento (dal 14,92% al 15,19%), favorito anche da una diminuzione degli Rwa, le attività ponderate per il rischio, più che proporzionale rispetto al calo degli impieghi dal 31 dicembre 2023.Sostanzialmente stabile la raccolta diretta (+ 0,6%) mentre è in aumento la raccolta indiretta (+ 8,5%) che beneficia del buon andamento dei mercati finanziari”.
Il segretario generale First Cisl, Riccardo Colombani, fa notare che “la discesa del credito si sta consolidando come un fenomeno peculiare del sistema bancario italiano. La contrazione degli impieghi da parte dei grandi gruppi non trova infatti riscontro tra le banche significant del resto d’Europa. È un segnale di allarme, vista l’entità della riduzione e la persistenza del trend, che non può essere spiegato solo con l’andamento non brillante del ciclo economico, ossia con la diminuzione della domanda di credito. Infatti, la situazione economica anemica riguarda tutto il continente. Ne discende che la principale motivazione del preoccupante disimpegno delle banche dal credito consiste nell’aumento dell’avversione al rischio da parte delle banche”.
“Eppure – prosegue il leader dei bancari della Cisl – il margine di gestione del denaro è addirittura in aumento e non ci sono all’orizzonte rischi di peggioramento della qualità del credito, che oggi è davvero ottimale: Npl stabili, costo del credito bassissimo, crediti stage 2 in calo significativo. In questo quadro molto positivo, è altresì evidente la strategia delle big volta ad aumentare le commissioni, specie da servizi di investimento. Lo testimoniano l’affermarsi di modelli di banca assicurazione, il potenziamento dell’asset management e la dichiarata volontà di puntare sul wealth management.”
Nel concludere il suo intervento Riccardo Colombani sottolinea come “le commissioni nette su base annua rappresentino l’1% degli attivi, una misura ben superiore alla media delle banche europee ed in particolare delle banche francesi, spagnole e soprattutto tedesche. Ci sono, quindi, le condizioni ideali, da una parte, per attuare condizioni di offerta del credito mirate a stimolare investimenti per la trasformazione dei sistemi produttivi e dall’altra – conclude Colombani – a realizzare modelli di consulenza che siano orientati a perseguire il miglior interesse di tutta la clientela e non condizionati dai margini sui singoli prodotti finanziari collocati”.
Qui l’analisi sulle trimestrali delle banche big 5 al 30 settembre 2024