Oltre sei miliardi di utili delle prime cinque banche italiane nel primo trimestre con il cost/income che cala ancora a fronte dell’aumento della produttività. Sintetizza così Economy l’analisi della Fondazione Fiba di First Cisl sulle ‘big five’.
“Rispetto ad un anno fa – scrive il settimanale che si occupa di politica, economia e finanza – diminuiscono gli sportelli ed il numero dei lavoratori. Dall’analisi sulle dinamiche della patrimonializzazione degli ultimi cinque anni emerge che il rafforzamento è venuto dal calo delle attività ponderate per il rischio e dei prestiti, mentre la più elevata redditività è stata impiegata per remunerare gli azionisti con dividendi e buyback. Sono alcune delle risultanze dell’analisi sulle trimestrali bancarie dell’ufficio studi della First Cisl”.
Economy evidenzia come i ricavi siano “ancora in crescita per le prime cinque banche italiane (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Mps, Bper) nel primo trimestre del 2024. I proventi operativi fanno segnare un aumento del 9,5% rispetto allo stesso periodo del 2023. Il margine d’interesse (+ 15%) traina i conti insieme alle commissioni nette (+ 4,9%) e spinge l’utile netto a 6 miliardi (+ 25,1%). La redditività beneficia anche del basso livello del costo del rischio (appena 22 punti base, con l’Npl ratio netto stabile all’1,4% e il peso dei crediti in bonis stage 2 sui crediti alla clientela in contrazione dal 12,3% al 10,8%): il Roe annualizzato passa dal 12,5% al 14,7%”.
“In parallelo – si legge ancora sul settimanale diretto dal giornalista Sergio Luciano – continua la discesa dei costi. Il cost/income si attesta al 39,8% dal 43,1% di un anno fa (con una media stimata al 53,7% per le 15 maggiori banche europee), dato cui contribuisce la riduzione degli sportelli (- 558 pari al 4,6%) e dell’occupazione (- 6.504, pari al 2,8%). Cala anche il rapporto tra costo del personale e proventi operativi (dal 26,6% al 24,8%). Balza in avanti la produttività: margine primario per dipendente (+ 14,5%) e risultato di gestione per dipendente (+ 19,4%) dimostrano il contributo determinante del lavoro. L’incremento di produttività risulta multiplo rispetto alla variazione del costo del personale pro capite, in crescita del 5,4%, che incorpora gli effetti del contratto nazionale rinnovato a fine 2023”.
Il report della Fondazione Fiba certifica che, come si legge su Economy, “rispetto all’ultimo trimestre del 2023 si conferma la crescita del totale dei proventi operativi (+ 4,4%) con un forte incremento delle commissioni nette (+ 9,8%) e una lieve contrazione degli interessi netti (- 1,4%). Si registra rispetto al 31 dicembre 2023 una sostanziale stabilità degli impieghi e una crescita sia della raccolta diretta (+ 0,8%) che indiretta (+ 4,4%). Gli straordinari risultati del primo trimestre non si riflettono tuttavia sulla patrimonializzazione, che rimane stabile, con un Cet1 ratio attorno al 15% grazie al contenimento delle attività ponderate per il rischio (- 0,6%)”.
Sullo stato di salute delle big five italiane il segretario generale First Cisl, Riccardo Colombani, ha dichiarato: «Quello che si delinea è un quadro di ottima salute del sistema bancario, che però presenta delle ombre riguardo alle prospettive di sviluppo del Paese, anche valutando il diverso comportamento dei sistemi bancari europei che, diversamente da quello italiano, hanno perseguito il miglioramento della patrimonializzazione attraverso l’aumento del capitale e non attraverso la riduzione delle attività ponderate per il rischio, con particolare riferimento al rischio di credito che, anzi, è aumentato. Per tali ragioni – ha proseguito il leader dei bancari della Cisl – si devono creare le condizioni affinché le banche italiane siano uno dei grandi propulsori del Paese nel ridisegno dell’economia e della società, assolutamente indispensabile ed improcrastinabile. Per tanti anni a venire, avremo bisogno di consistenti investimenti privati nell’economia reale, al fine di gestire la transizione digitale ed ecologica. Alla forte incentivazione per mobilitare il risparmio privato si devono accompagnare politiche di offerta del credito per stimolare la trasformazione dei sistemi produttivi. Con un costo del lavoro che è meno di un quarto del totale dei proventi – ha concluso Colombani – anziché insistere sull’ulteriore ed immotivata riduzione dei livelli occupazionali serve investire nel coinvolgimento di lavoratrici e lavoratori».
Qui l’analisi sulle trimestrali delle banche big 5 al 31 marzo 2024
Qui l’analisi sull’evoluzione della patrimonializzazione (Cet1 ratio) e delle attività ponderate per il rischio (Rwa) della qualità del credito (Npl ratio) e della redditività (Roe) delle banche italiane nel contesto europeo