Studio First Cisl sulla stampa. Frena il credito in Italia. Colombani: “ricerca dividendi banche è ossessione”

Banche italiane con il vento in poppa. Tra dividendi e buyback gli azionisti potranno beneficiare di oltre 17 miliardi. A fronte dei  lusinghieri risultati, con un Cet1 in surplus di 50 miliardi, si registra un calo dei prestiti del 4,2%. È questa la fredda sintesi dell’analisi dei bilanci 2023 dei primi cinque gruppi italiani condotta dalla Fondazione Fiba di First Cisl.

La stampa nazionale ha ampiamente rilanciato il report cislino. “First Cisl, tassi spingono utili banche, 17 miliardi cedole” scrive Ansa. Stesso titolo per il Quotidiano Nazionale, La Nazione, La Gazzetta del Mezzogiorno, Il Giornale di Vicenza, L’Adige, L’Arena, La Sicilia, La Prealpina, Alto Adige, Trentino, Gazzetta di Mantova, Bresciaoggi, Corriere dello Sport, Tuttosport, Tiscali News e Msn.

“Banche: First Cisl, frena credito, premiati azionisti con dividendi e buy back” scrive AdnKronos che rilancia le considerazioni del segretario generale First Cisl, Riccardo Colombani, per il quale “preoccupa frenata credito, non si può continuare con ossessione dividendi”. Askanews unisce nel suo titolo la costante crescita dei dividendi e la diminuzione degli affidamenti “Banche First Cisl: aumentano dividendo ma restringono credito”. Non dissimile il lancio di Agi: “Banche: First Cisl, conti record ma credito in frenata”. Nel riprendere l’analisi della Fondazione Fiba Borsa Italiana, rilanciando una nota de Il Sole 24 Ore Radiocor Plus, rimarca come “Ai soci delle 5 big cedole per 17 miliardi, stretta al credito”. Non varia la titolazione di Finanza Report che scrive “Banche italiane, dividendi e buyback oltre 17 miliardi: First Cisl”.

“Banche, conti record ma sempre meno prestiti ai clienti” evidenzia Avvenire che pubblica un articolo del giornalista Paolo M. Alfieri nel quale si legge: “Premiare gli azionisti ma senza allargare i cordoni del credito. In tempi di utili alle stelle, grazie anche al prolungato aumento dei tassi, sembra che le banche abbiano scelto per bene quali debbano essere i destinatari del momento favorevole”. Le risposte arrivano dello studio cislino sulle big 5 che viene rilanciato anche da un articolo di Libero, a firma del giornalista Attilio Barbieri, titolato: “Il Credito ancora non riparte. Ma i mutui invertono la rotta”. “Se la stretta creditizia continua a gonfiare delle banche – si legge sul quotidiano – a beneficiarne saranno soprattutto gli azionisti” delle prime cinque banche italiane; “a quantificarne le grandezze e i fenomeni in gioco è un’analisi della Fondazione Fiba di First Cisl, uno dei maggiori sindacati dei bancari”.

“Gli alti tassi fanno guadagnare le banche e strozzano il credito” scrive la giornalista Ilaria Storti su  Conquiste del lavoro. “Bilanci record delle banche nel 2023. First Cisl: «Ai soci dei primi 5 gruppi 17 miliardi»” è invece l’occhiello dell’articolo de Il Tempo che titola “Primi segnali di fine del caro mutui”. Il giornalista Leonardo Ventura definisce i “17 miliardi di euro fra dividendi e buyback. Un flusso di cassa monstre possibile grazie ai 22  miliardi di utili netti generati dall’aumento del margine di interesse (+ 45%)”. Anche Il Tirreno mette in evidenza nel suo titolo i lusinghieri risultati conseguiti dalle più grandi banche nazionali: “Banche, anno d’oro per i profitti grazie all’andamento dei tassi. L’analisi First Cisl: per gli azionisti dei primi cinque gruppi italiani in arrivo 17 miliardi di dividendi, ma preoccupa la frenata sui prestiti”.

Stessa visione per La Gazzetta di Carpi, la Gazzetta di Modena Nuova, la Gazzetta di Reggio, La Nuova Ferrara che titolano “Super profitti, meno credito. Lo strano 2023 delle banche”. La rassegna stampa viene completata da La Discussione che scrive “First Cisl: Frena il credito in Italia”. Infine FortuneItalia valorizza lo studio First Cisl inserendo il tema delle aggregazioni bancarie “Banche, utili raddoppiati per le prime 5 big. Ora una nuova era tra risiko e recessione”.

Tutte le testate pubblicano ampi strali dello studio diffuso da First Cisl, evidenziando che la grande quantità di capitale a disposizione “non si traduce però in un’espansione del credito. Al contrario si registra una contrazione del 4,2% degli impieghi netti. Considerando gli impieghi al netto dei pronti contro termine (dato non disponibile per Bper), la contrazione è del 4,9% (con Unicredit divisione Italia che registra un calo del 9,7%). Nella zona euro l’aggregato banche significant al 30 settembre 2023, secondo la Banca centrale europea, ha registrato una contrazione dei prestiti dello 0,37%. Per le italiane il calo è del 5,14%. Nel confronto tra sistemi bancari, per il supporto al tessuto produttivo assume rilievo il rapporto credito/Pil. I dati della Banca dei regolamenti internazionali evidenziano per l’Italia un valore al 30 giugno 2023 del 123% a fronte di un dato Ue tra 150% e 160%”.

Tra gli altri elementi che rilascia l’analisi dei bilanci 2023 dei primi cinque gruppi bancari italiani condotta dalla Fondazione Fiba di First Cisl, quelli connessi alla produttività e all’efficienza. “Il forte aumento della redditività, con il Roe arrivato al 13,2% – riportano gli organi di stampa – è frutto dell’impennata dei tassi, che ha sospinto il margine di interesse del 45%, mentre le commissioni nette hanno subito una lieve contrazione del 2,4%. Ma i risultati record del 2023 si spiegano anche con l’aumento del margine primario per dipendente (+ 27%) e con l’incremento del risultato lordo di gestione per dipendente (+ 41,4%), mentre il costo del personale sui proventi operativi si abbatte al 27,3% (dal 31,8%). Continua la discesa del cost/income, che si riduce di oltre 7 punti percentuali al 44,1%, dato sensibilmente inferiore ai maggiori gruppi europei (cost/income medio al 54,2%). Migliora inoltre la qualità del credito: Npl ratio netto è in calo all’1,4% dall’1,5% e anche gli Stage 2 risultano in riduzione al 12,3% (dal 13,4%). Il costo del credito si dimezza allo 0,31%, con un’incidenza delle svalutazioni sui proventi operativi che passa dal 12,4% al 5,5%”.

Il segretario generale First Cisl, Riccardo Colombani, sottolinea alla stampa come “la contrazione del credito in Italia non può che destare preoccupazione. Anche in Europa i prestiti frenano, ma il rallentamento è molto meno marcato. Il rialzo dei tassi ha influito negativamente sulla domanda di credito da parte delle imprese, spinte a ricorrere in prima battuta ai fondi propri, ma il dato italiano si spiega anche con la bassa tolleranza del rischio delle nostre banche. L’alta qualità del portafoglio crediti e il tasso di decadimento dei prestiti più basso degli ultimi venti anni, insieme all’eccedenza di capitale rendono invece evidente che ci sono tutte le condizioni affinché le banche possano svolgere una funzione anticiclica a sostegno dell’economia italiana, in una fase in cui servono investimenti ingenti per assicurare la transizione ecologica dei sistemi produttivi. Non devono limitarsi a remunerare gli azionisti con dividendi e buyback a pioggia”.

“È opportuno invece elaborare delle soluzioni di offerta del credito adeguate a sostenere la trasformazione ecologica. Deve inoltre consolidarsi con la contrattazione collettiva aziendale – conclude Colombani – la redistribuzione della produttività avviata con l’accordo di rinnovo del contratto nazionale, anche attraverso l’attuazione di forme di partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori”.

Qui l’analisi della Fondazione Fiba di First Cisl con le tabelle esplicative