Persi 58mila posti di lavoro nel settore dal 2011 al 2022. Fondamentale il ricambio generazionale, l’ingresso dei giovani è necessario. Il segretario generale di First Cisl: “Le banche non possono sterilizzare gli aumenti del nuovo contratto tagliando l’occupazione”
“Il ricambio generazionale è il grande tema che sarà al centro dell’agenda sindacale dal prossimo anno. Dopo la firma dell’accordo di rinnovo del contratto nazionale, che può essere definito storico, sia per gli aumenti retributivi ottenuti sia per alcune innovazioni sistemiche, come l’introduzione della partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, la priorità sarà assicurare il mantenimento dei livelli occupazionali. Negli ultimi undici anni il settore bancario ha perso oltre 58mila posti di lavoro, nonostante gli incentivi erogati dal Fondo per l’occupazione abbiano consentito 38mila assunzioni”. Lo ha dichiarato il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani nel corso del Consiglio generale First Cisl della macroregione Alto Adige Trentino Veneto che si è svolto a Verona.
“Proprio per favorire il ricambio generazionale, nel contratto abbiamo ridisegnato la missione del Foc (il Fondo nazionale per il sostegno dell’occupazione, ndr), creando una sinergia con il Fondo di solidarietà. Bisogna fare ancora di più per favorire l’ingresso dei giovani: i gruppi bancari devono impegnarsi a garantire i livelli occupazionali. In una fase di profonda trasformazione della nostra economia, chiamata ad affrontare le sfide della transizione ecologica e digitale, il sistema bancario riveste un ruolo centrale. Le imprese – ha aggiunto Colombani – hanno bisogno di assistenza creditizia ma anche di consulenza, che non può essere affidata ai sistemi di intelligenza artificiale ma va garantita da lavoratrici e lavoratori, la cui formazione va curata costantemente. È per questa ragione che nel contratto abbiamo aumentato il numero di ore retribuite dalle aziende da svolgere durante l’orario di lavoro. Di fronte a cambiamenti così profondi sarebbe miope da parte delle banche pensare di risolvere tutto con la contrazione dei livelli occupazionali, seppure su base volontaria, con l’obiettivo di sterilizzare gli aumenti retributivi del nuovo contratto. È una logica che – ha concluso – non possiamo accettare”.