“L’aumento dei tassi d’interesse non frena il ricorso degli italiani al credito al consumo”, lo certifica l’analisi sul credito al consumo elaborata dalla Fondazione Fiba di First Cisl su dati di Bankitalia.
In tempi scanditi dall’elevata inflazione e dal surriscaldamento dei prezzi al dettaglio il report ha suscitato grande interesse ed è stato rilanciato da varie testate giornalistiche. “Boom dei finanziamenti al consumo nonostante i tassi: il record italiano al Trentino Alto Adige” si legge sul sito di RaiNews e su quello di Alto Adige. “First, salita dei tassi non frena il credito al consumo”, questo invece il titolo del lancio Ansa ripreso da Tiscali News e dalle edizioni on-line de La Gazzetta del Mezzogiorno, il Quotidiano Nazionale, Il Nuovo Trentino, Bresciaoggi, Il Giornale di Vicenza, l’Adige, L’Arena, La Sicilia, il Corriere dello Sport e Tuttosport. Sulla tessa linea Business24: “First Cisl: l’aumento dei tassi non ha frenato il credito al consumo”.
“Credito: First Cisl, finanziamenti per 154 miliardi, 44% in 7 anni” titolano AdnKronos e Agi. Stessa impostazione per il Corriere della Sera e La Stampa che rispettivamente titolano: “Credito al consumo a quota 153 miliardi” e “Credito al consumo, +44% in sette anni. Raggiunta quota 154 miliardi”. Per Askanews “First Cisl: credito al consumo, in sette anni crescita del 44%”. Anche Il Sole 24 Ore riporta i dati sul credito al consumo rilasciati da First Cisl. Verità&Affari mette in primo piano la notizia scrivendo: “Credito al consumo vola a 156 miliari di euro nel 2023. Secondo un’analisi di First Cisl il credito al consumo è cresciuto del 44% in sette anni, ma con disparità tra Nord e Sud”. Avvenire utilizza il report cislino per approfondire il tema del carovita evidenziando, nel titolo dell’articolo firmato dal giornalista Paolo Alfieri, che ci sono sempre “meno risparmi e più debiti”. “Corsa all’acquisto a rate. Debiti per il consumo vicini a 1 miliardo: +6%” titola il T.
Il tema dell’indebitamento dei nuclei familiari italiani ricorre nella titolazione delle versioni on-line de il Corriere delle Alpi, la Gazzetta di Mantova, Il Piccolo, Il Mattino di Padova, il Messaggero Veneto, La Nuova Venezia, la Tribuna di Treviso, La Provincia Pavese e La Sentinella del Canavese che scrivono: “Famiglie sempre più indebitate. First Cisl: in sette anni i prestiti sono cresciuti del 44%”. Simile l’impostazione di Notiziedì, ForumItalia, Corriere Flegreo, Notizie d’Abruzzo, Città di Napoli, OndAzzurra e la Discussione che scrivono: “First Cisl: credito al consumo, in sette anni crescita del 44%”. Non ultimo First Online che titola: “Credito al consumo, in sette anni crescita del 44%: cosa rivelano le analisi della First Cisl”.
Gran parte delle citate testate riportano ampi stralci del report cislino sul credito al consumo che mette in evidenza come “dalle statistiche della Banca d’Italia emerge che il credito al consumo ha raggiunto a marzo di quest’anno 153,86 miliardi di euro, di cui 113 erogati da banche e 40,86 da società finanziarie (al 30 giugno 2016 gli importi erano rispettivamente di 78,36 e 28,46 miliardi, per un totale di 106,82 miliardi). Considerando le sole banche, nel 2002, anno da cui partono leusinesstv serie storiche, l’ammontare era di 27,5 miliardi circa.
Dati alla mano “la crescita del credito al consumo, inoltre, è decisamente più sostenuta rispetto a quella registrata dal totale dei prestiti alle famiglie: 44% contro 14% nel periodo considerato. Sempre la Banca d’Italia evidenzia come i prestiti per finalità di consumo rappresentino ormai “un quarto del totale dei finanziamenti alle famiglie e in rapporto al reddito disponibile hanno raggiunto il 12,8%, un valore superiore alla media dell’area euro (9,6%)”.
L’incremento non è però omogeneo: “Nord-Ovest e Nord-Est (+ 49,8% e + 55,4%) sopravanzano Centro, Sud e Isole (+ 42,9%, + 36,5% e + 33%). Tra le regioni spicca il Trentino Alto Adige (68,1%), con un tasso di crescita che è 2,7 volte superiore a quello della Sardegna (25%)”.
Per quel che riguarda “i tassi applicati al credito al consumo sono rimasti sostanzialmente stabili da giugno 2016 a giugno 2022. Hanno cominciato a muoversi al rialzo con l’avvio della stretta varata dalla Banca centrale europea, ma gli aumenti decisi da quest’ultima da luglio 2022 sono stati incorporati solo in misura parziale. La Bce ha infatti alzato i tassi da 0% al 3,5% del marzo 2023, mentre il Taeg sul credito al consumo è passato da 8,34% di metà 2022 al 10,12% del marzo 2023. Ciò si spiega probabilmente con un livello iniziale già molto alto dei tassi sul credito al consumo. Emerge inoltre una forte penalizzazione per gli importi più piccoli e quindi per le fasce più deboli della popolazione”.
Sul tema è intervenuto il segretario generale First Cisl, Riccardo Colombani, per il quale «la crescita molto significativa del credito al consumo è da valutare con molta attenzione. Il più alto rapporto col reddito disponibile rispetto alla media europea induce ad ipotizzare che molte famiglie finanzino in questo modo la spesa corrente per mantenere il proprio stile di vita o per far fronte a situazioni di difficoltà. Nonostante i tassi alti, infatti, la corsa a indebitarsi non rallenta: è probabile che la rapidità nella concessione dei finanziamenti finisca per prevalere su qualsiasi altra considerazione, anche sull’effettiva convenienza del finanziamento».
Nel concludere Riccardo Colombani fa notare che «le nuove formule di credito al consumo, anche quelle caratterizzate da poche rate e zero interessi come il ‘buy now, pay later’, invogliano le persone a consumare, ma rischiano di determinare situazioni di sovraindebitamento. Per questi motivi è opportuno che si rafforzino i presìdi di trasparenza, dando maggiore pubblicità a dati ed informazioni e che si facciano investimenti in strutturati processi educativi per aumentare la consapevolezza individuale e collettiva».
Qui l’analisi condotta dal Comitato scientifico della Fondazione Fiba con le tabelle esplicative