Studio First Cisl sulla stampa. Banche in salute, meno Btp e crediti deteriorati. L’impegno dei dipendenti merita stipendi più alti

Alla chiusura del quarto trimestre le principali banche italiane confermano il loro stato di salute; lo certifica l’analisi condotta dalla Fondazione Fiba per First Cisl sui bilanci 2022 di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Mps, Bper. Alla stampa non è sfuggito il lusinghiero risultato conseguito dal sistema bancario italiano dando ampio spazio allo studio cislino. “Banche: First Cisl, meno Btp in portafogli, ora remunerare il lavoro” è il titolo del lancio Ansa. Per Agi “Banche: First Cisl, meno Btp in portafoglio e bilanci solidi”.  Stessa impostazione per AdnKronos: Banche: First Cisl, in 2022 meno Btp in portafoglio, bilanci più solidi con calo crediti deteriorati”. “Meno Btp in portafoglio per le banche italiane” scrive anche il Corriere della Sera, mentre si soffermano sul boom degli utili Avvenire e Il Messaggero che titolano: “Utili record per le banche. Cisl: stipendi da adeguare”.

La rassegna dei titoli continua con Finanza Report che riprende il tema dei titoli di stato: “Banche tagliano i Btp, nel 2022 meno titoli di Stato in portafoglio”. Anche La Stampa valorizza questo aspetto rilanciato nella loro impostazione da Il Secolo XIX, La Provincia Pavese, Il Piccolo, il Corriere delle Alpi, la Gazzetta di Mantova, Il Mattino di Padova, La Nuova Venezia, La Tribuna di Treviso La Sentinella; questo il titolo: “Le banche si liberano dei Btp: 14 miliardi in meno in un anno”. Firstonline, Msn e Informazione mettono in evidenza come le banche nel 2022 abbiano “meno Btp e bilanci più solidi con la discesa dei crediti deteriorati”.

Sempre Tiscali News, Il Giornale di Vicenza, L’ArenaLa Sicilia legano la redditività delle banche al forte impegno dei dipendenti per i quali viene chiesto da First Cisl un aumento dello stipendio in vista del confronto per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, titolando “Banche: First Cisl, meno Btp in portafogli, ora remunerare lavoro”. Il tema della retribuzione ricorre anche nei servizi di Bresciaoggi, Il Gazzettino L’Eco di Bergamo che nell’ordine scrivono: “Banche, maxi utili. Ora aumentino anche gli stipendi”, “Utili record per le banche. Cisl: buste paga da adeguare” e “Utili record per le banche. Ora aumentino i salari”.

Tutte le testate citate riportano ampi stralci dello studio della Fondazione Fiba sui conti delle prime cinque banche italiane, elaborato per First Cisl. “Il totale del debito sovrano italiano diminuisce di oltre 14 miliardi rispetto al 2021 – riportano i vari servizi – e aumenta la quota dei titoli di Stato contabilizzati al costo ammortizzato (dal 57,7% al 63,8%), che le banche intendono detenere fino alla scadenza. Ciò determina una minore esposizione all’andamento avverso dei mercati. Infatti nel caso di ulteriori rialzi dei rendimenti dei titoli di Stato a tasso fisso, i riflessi sui conti economici e sul patrimonio, dovuti alla correlata riduzione dei prezzi, si prospettano limitati”.

“Il 2022 si è chiuso  – prosegue l’analisi – con ricavi in crescita (+ 8,3%) grazie alla forte accelerazione degli interessi netti (+ 18,9%). Gli utili sono aumentati del 26,3%. Il margine primario per dipendente supera i 200mila euro e segna un incremento di oltre il 10%, in forte crescita in ognuno dei gruppi considerati, in un contesto in cui i mercati finanziari hanno determinato una riduzione delle commissioni nette (- 2,2%). Emerge quindi che i maggiori ricavi sono stati realizzati quasi integralmente attraverso la gestione dei rapporti con la clientela. Continua a ridursi l’incidenza dei crediti deteriorati netti. Il dato aggregato passa dal 2% all’1,5%, con un costo del rischio in decisa diminuzione (da 54 a 37 punti base), escludendo le svalutazioni sulle esposizioni verso Russia e Ucraina. Significativo anche il miglioramento sul versante degli Stage 2, i crediti in bonis per cui è stato considerato un peggioramento delle condizioni di rischio: il loro peso sul totale dei crediti alla clientela a bilancio si riduce al 13,6%, in diminuzione del 3%. Si registra anche una diminuzione del tasso di deterioramento (default rate)”.

“Il cost/income – viene rimarcato dai vari organi d’informazione – scende dal 55,4% al 51,5%, conseguenza della discesa del rapporto tra costo del personale e proventi operativi (dal 34,5% al 31,8%). Nei primi cinque gruppi italiani il dato del cost/income si attesta ormai ad un livello nettamente inferiore rispetto a quello registrato dai maggiori gruppi europei (58,3%). Ciò nonostante nel 2022 sono proseguiti i tagli all’occupazione, in buona parte ascrivibili alle uscite di Mps, ed agli sportelli (- 4,5%)”.

Il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, commenta così il report cislino: «La riduzione dell’ammontare dei titoli di Stato nei bilanci dei maggiori gruppi bancari italiani è un fenomeno che va monitorato attentamente per i suoi riflessi sulla solidità del settore, ma anche per il suo rilievo quanto agli indirizzi di politica economica. Il miglioramento di tutti gli indicatori di rischio dei portafogli crediti rafforza la nostra convinzione che anche in futuro la posizione delle banche italiane resterà solida, come peraltro certificato da ultimo dall’esito dell’analisi Srep condotta dalla Vigilanza della Bce».

«L’aumento dei tassi – prosegue il leader dei bancari della Cisl – ha fatto esplodere il margine d’interesse e gonfiato gli utili: un trend che probabilmente si rafforzerà nel 2023. La risalita dei tassi conferisce inoltre nuova centralità all’intermediazione creditizia e ad un modello di business incentrato sul valore del lavoro. Anche per questo è necessario aprire la stagione della partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori. Una partecipazione che, per essere autentica, deve realizzarsi attraverso i sindacati, per elevare il lavoro alla stessa condizione del capitale, senza che vi sia una scala gerarchica tra gli stakeholder. Dai risultati – conclude Colombani – emerge che il maggiore valore è stato creato dal lavoro, per questo ai buyback ed ai dividendi deve affiancarsi l’incremento del salario contrattato collettivamente».

 

In allegato il comunicato con le tabelle esplicative