Sindacati Intesa Sanpaolo su smart working: no a pressing aziendale, scelta è volontaria. Presto assemblee dei lavoratori

Le Delegazioni trattanti del Gruppo Intesa Sanpaolo di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin sono intervenute sul tema dello smart working e del piano di riorganizzazione del lavoro che l’istituto bancario ha varato senza l’accordo sindacale. “Contratti individuali smart working. Pressing aziendale: e la volontarietà?”. Questo il titolo del documento unitario che si apre ricordando come «la trattativa sui temi della nuova organizzazione del lavoro correlata al Piano Impresa 2022-2025, protrattasi per oltre 5 mesi, si è conclusa senza un accordo fra l’azienda e le organizzazioni sindacali» che tengono a ricordare l’elenco delle principali proposte formulate all’azienda:

− garanzia di accesso e di effettiva possibilità di fruizione dello smart working e delle varie forme di flessibilità (tra cui il 4×9) a tutto il personale, incluse/i colleghe/i di filiale;

− il rispetto delle previsioni del Contratto collettivo nazionale di lavoro con riferimento allo smart working e alle altre forme di flessibilità proposte dall’azienda;

− mantenimento di una postazione di lavoro sempre disponibile;

− misure organizzative che permettano una reale disconnessione fuori dal proprio orario di lavoro;

− aumento del buono pasto a 8 euro a favore di tutto il personale;

− per chi opera in smart working, erogazione piena del buono pasto, indennizzi per le spese energetiche e di connessione, nonché un contributo per l’allestimento della postazione di lavoro;

− incremento delle indennità di turno oltre il Ccnl in particolare per chi lavora in orari disagiati».

«Nel corso di tutta la trattativa abbiamo dichiarato alla banca che per le organizzazioni sindacali era irrinunciabile il rispetto delle previsioni contenute nel Ccnl, “Dichiarando – scrivono ancora Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin – inaccettabili eventuali soluzioni unilaterali senza il rispetto delle stesse”. Inoltre, al termine del confronto, ci siamo impegnati a verificare passo dopo passo le modalità con le quali l’azienda si sarebbe eventualmente attivata, per verificare la coerenza delle iniziative aziendali rispetto al contratto nazionale e alle effettive esigenze di colleghe e colleghi».

«Dal giorno successivo al termine della trattativa (il 15 dicembre) l’azienda ha invitato i colleghi a sottoscrivere contratti individuali con gli stessi contenuti che come organizzazioni sindacali avevamo respinto in sede di trattativa. Più colleghi ci segnalano un vero e proprio “pressing”, realizzato anche attraverso continue riunioni/inviti in cui qualche responsabile particolarmente zelante sollecita la firma sull’accordo individuale, in contrasto con l’impegno più volte assunto dalla banca di garantire la volontarietà dello smart working».

Le organizzazioni sindacali di Intesa Sanpaolo ribadiscono che «su temi che hanno un forte impatto sulla vita delle persone e sul rispetto del Ccnl occorrerebbero maggiore cautela e un’informazione più chiara e completa per garantire a ciascun collega massima consapevolezza e serenità nella scelta».

La nota congiunta si conclude «ricordando che non vi è una scadenza imminente per la sottoscrizione (lo stesso termine del 31 gennaio non è tassativo) invitando altresì “colleghe/i a partecipare alle Assemblee che organizzeremo a partire dalla metà di gennaio per ascoltare le posizioni delle organizzazioni sindacali, oltre che ad un ampio confronto e approfondimento anche su altri temi».

 

Il comunicato unitario delle Delegazioni trattanti Gruppo Intesa Sanpaolo di Fabi, First Cisl, FIsac Cgil, Uilca e Unisin