Confermato lo sciopero del 4 febbraio in Cassa di Risparmio di Volterra. Sarà la prima delle due giornate di protesta che porterà i dipendenti a tenere anche un presidio in Piazza dei Priori a Volterra. La decisione è stata ribadita da un nuovo comunicato stampa unitario che rilancia le motivazioni della serrata.
La trasmissione di approfondimento “Generazioni Cisl”, condotta da Simona Giuntini e trasmessa su 50 Canale, ha fatto il punto della situazione ospitando il segretario responsabile First Cisl in Cassa di Risparmio di Volterra, Marco Chirici, e il segretario generale First Cisl Pisa, Pierluigi Masi.
“La nostra non è una mera rivendicazione salariale – ha ribadito Marco Chirici – Noi vogliamo fronteggiare la riorganizzazione aziendale che punta sulla razionalizzazione, mirando esclusivamente a un ridimensionamento dei costi, in particolare del personale, senza creare le base per un incremento dei ricavi in un ottica di lungo periodo. Entro nel merito: l’azienda ha deciso di creare un ufficio di back office con 50 dipendenti spostando in questa unità le lavorazioni che attualmente impegnano altri uffici della direzione generale. Questa nuova unità potrebbe essere oggetto di spin-off. Proprio a domanda specifica l’azienda ha risposto che è una soluzione al vaglio del consiglio di amministrazione. Questo è preoccupante perché può portare all’esternalizzazione”. Marco Chirici aggiunge che non è solo questo aspetto a tenere alta la soglia dell’attenzione “perché sono stati disapplicati il contratto integrativo aziendale e la previdenza complementare che di fatto non esistono più dal 1° gennaio. È stato un colpo di mano (…) E poi c’è il tema della chiusura delle filiali (una sessantina gli sportelli di CR Volterra, ndr). A quelle già soppresse ne seguiranno delle altre che riguarderanno piccoli centri dove si stanno opponendo anche istituzioni e cittadini”.
Sulle turbolenze in Cassa di Risparmio di Volterra Simona Giuntini ha sollecitato l’intervento del segretario generale First Cisl Pisa, Pierluigi Masi: “Gli accordi aziendali sono patrimonio dei lavoratori e della stessa azienda perché contengono la fatica della trattativa e il successo dell’accordo. Non riconoscerli è come cancellare un patrimonio, perdere le proprie radici. La riorganizzazione di cui si parla può comportare la fuoriuscita di personale a vantaggio di altre società che si occupano di lavorazioni. L’azienda deve chiarire i tanti dubbi che il suo piano ingenera. Sono molto preoccupato del nuovo management aziendale. È arrivato il Dott. Alberto Mocchi (presidente della Cassa di Risparmio di Volterra dal maggio del 2021, ndr) ma non sappiamo con quali intenzioni: vuole assestare l’istituto o vuole farlo confluire in un altro soggetto bancario?”.
Nell’approssimarsi della prima giornata di sciopero del 4 febbraio, la giornalista Simona Giuntini chiede a Marco Chirici quali saranno le prossime mosse. “La rottura delle trattative è stata sofferta e dolorosa ma, nostro malgrado, necessaria. L’azienda ha voluto cancellare il risultato di anni di relazioni industriali proficue. Non siamo disposti a partire da zero, vogliamo garanzie precise per il nostro futuro. Per il 4 e l’11 febbraio abbiamo indetto due giornate di sciopero. In quelle occasioni non mancheremo di far sentire la nostra voce interloquendo con i cittadini e le istituzioni per renderli edotti della situazione in CR Volterra e ribadire che la nostra non è una mera rivendicazione sindacale. Qui c’è in ballo il futuro di un territorio che ha bisogno di essere tutelato. Noi siamo disponibili alla trattativa purché questa sia paritaria. L’azienda riveda le sue decisioni o quanto meno le congeli per andare al tavolo con pari dignità”.
Il segretario generale di First Cisl Pisa, Pierluigi Masi così ha concluso: “Si deve giocare a carte scoperte, l’azienda ci deve dire quali sono i suoi obiettivi e dove vuole arrivare. Va garantita la territorialità bancaria dell’istituto, elemento fondamentale per lavoratori, imprese, famiglie”.
Il comunicato stampa unitario delle Rsa Cassa di Risparmio di Volterra di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil e Uilca