Sciopero Bnl sui giornali. Colombani, pronti a proseguire protesta se intenzioni banca restano inaccettabili

I giornali e lo sciopero in Bnl Bnp Paribas. Vasta la copertura assicurata dalla stampa ad una giornata di rivendicazione, caratterizzata da una elevata percentuale adesione, arrivata dopo 30 anni dall’ultima protesta di piazza.

Avvenire scrive “Il primo sciopero contro i tagli in Bnl”. Secco il titolo di Milano Finanza “Adesione massiccia allo sciopero di Bnl”. Non tanto dissimile l’impostazione de il Giornale “Il piano Bnl? Massiccia adesione allo sciopero”. Sulla stessa linea il Fatto Quotidiano “No esternalizzazioni. Bnl, Boom di adesioni  allo sciopero aziendale”.  Per Il Tempo “La protesta. Bnl in presidio. Primo sciopero dagli anni ’90. I sindacati: è riuscito. No alle esternalizzazioni”. Completa la rassegna il titolo del quotidiano Conquiste del lavoro “Bnl, Sciopero a segno. First Cisl: basta arroganza o andremo avanti”.

Sulla vicenda è stato molto netto il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, presente al presidio dei lavoratori davanti alla sede romana della Banca Nazionale del Lavoro. «Diciamo a Bnl e a Bnp Paribas – ha rimarcato il leader dei bancari della Cisl – che non ci fermeremo perché è inaccettabile che una banca che già guadagna più delle altre voglia guadagnare ancora di più e che, per raggiungere questo obiettivo, sia pronta a far uscire ben 836 lavoratori senza alcuna vera ed efficace tutela occupazionale».

Bnl e Bnp Paribas «hanno proposto di introdurre deroghe alla legge che sono inaccettabili. Le abbiamo respinte e continueremo a farlo – ha proseguito Colombani – Hanno cercato di boicottare lo sciopero con ogni mezzo. Oggi siamo qui e continueremo nella mobilitazione se l’ad Goitini e l’azionista francese proseguiranno con questo atteggiamento arrogante».

First Cisl lancia un appello alle istituzioni: «Chiediamo al Mef e a tutte le forze politiche di interessarsi a Bnl, andando oltre il dogma dell’autonomia d’impresa. Bnl vuole trasformarsi da banca tradizionale, da banca dei territori a boutique finanziaria. Per questo vuole chiudere 135 filiali su 705 e aprire uffici di consulenza affidati a mille bankers incaricati di gestire la clientela più facoltosa. Il Paese – ha concluso Riccardo Colombani – ha bisogno di una banca che continui a fare credito a famiglie e ad imprese, che eroghi servizi a tutti e non solo a pochi grandi clienti».