Bnl, l’ostilità dell’azienda e un discutibile piano di riorganizzazione legittimano lo sciopero del 27 dicembre

Sale il livello dello scontro in Banca Nazionale del Lavoro che sfocia nello sciopero di lunedì 27 dicembre. La stampa definisce storica la forte presa di posizione di First Cisl e delle altre organizzazioni sindacali che manifesteranno all’indomani della festività di Santo Stefano tornando in piazza dopo 30 anni, come evidenzia QuiFinanza.

Alla base della protesta: il piano di riorganizzazione aziendale che apre la strada alle esternalizzazioni del settore informatico e del back office generando 900 esuberi. Azione non giustificata dai lusinghieri risultati di bilancio conseguiti dall’istituto che non ha, peraltro, trovato alcun accordo sul piano di chiusura di alcune filiali. Questa ulteriore azione andrebbe fortemente a incidere sulla mobilità funzionale e geografica impoverendo l’organico di molte sedi.

Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin rimarcano che anche altri impegni assunti dall’azienda non sono stati rispettati come l’assunzione di 550 dipendenti a fronte dell’uscita volontaria di 1.100 lavoratori.

Ad arroventare il clima, tutt’altro che natalizio, è l’atteggiamento di Bnl, improntato al boicottaggio delle assemblee a distanza benché queste iniziative siano garantite da un accordo nazionale di settore. L’azienda si è invece arresa alla richiesta dei lavoratori di cancellare le loro ferie, programmate per il 27 di dicembre, perché intenzionati ad aderire alla serrata.

Il volantino unitario del 23 dicembre 2021: “Io sciopero, #piùfortiinsieme!”

La nota unitaria del 16 dicembre 2021: “Il 27 dicembre io sciopero!”

La nota unitaria del 1° dicembre 2021: “Come lo dobbiamo dire? No”

La nota unitaria del 25 novembre 2021: “Non ci siamo caduti”