Riccardo Colombani ospite di Radio inBlu. Concentrazione e desertificazione bancaria, quali prospettive per il Paese?

L’audio dell’intervento del segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, a Radio InBlu:

 

Al vostro servizio” ha ospitato il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani. Il programma di Radio inBlu, condotto dal giornalista Giuseppe Caporaso, ha affrontato il tema della concentrazione bancaria e della desertificazione degli sportelli, chiedendo al leader dei bancari della Cisl quali siano le ricadute su famiglie, imprese e lavoratori.

Per Riccardo Colombani “il processo di concentrazione del sistema bancario è aumentato moltissimo nel corso degli ultimi cinque anni. Le prime cinque big rappresentano già oltre il 50% del sistema bancario italiano nella sua totalità, oltre la Francia, seguiti a lunga distanza dalla Germania. Le prospettive segnalano un ulteriore processo di concentrazione che potrebbe riguardare il Monte dei Paschi di Siena e questo potrebbe portare la concentrazione del sistema a percentuali attorno al 60%, con tutta una serie di ripercussioni economiche e sociali”.

Il segretario generale di First Cisl prosegue sottolineando le ricadute per le imprese: “Questo processo di concentrazione ha determinato una riduzione del credito negli ultimi 10 anni: il credito alle imprese, nella loro totalità, è diminuito dal 2011 al 30 giugno di quest’anno del 22%, quello alle piccole imprese, alle micro imprese, addirittura è diminuito del 27%; e dobbiamo tener conto che nell’ultimo anno, grazie ai provvedimenti di emergenza, alle erogazioni di crediti assistiti da garanzie statali, si è assistito ad un’impennata dell’ammontare dei crediti erogati rispetto all’anno precedente, e che altrimenti le percentuali appena citate sarebbero state ben peggiori ad oggi. Il problema attiene soprattutto alle piccole imprese. Fortunatamente le banche di credito cooperativo hanno fatto da supplenti rispetto alle grandi banche, motivo per il quale First Cisl considera fondamentale la cosiddetta biodiversità bancaria: ai giganti del credito deve associarsi necessariamente il taglio dimensionale più piccolo o medio delle banche”.

Colombani sottolinea poi “il rischio che l’ulteriore concentrazione determini problemi anche per i risparmiatori, soprattutto per la fascia di popolazione più anziana, gli over 65, per questa concentrazione delle banche sta determinando la cosiddetta desertificazione dei territori: c’è sempre meno presenza fisica sui territori, sempre meno sportelli. Ricordo che negli ultimi 10 anni i comuni italiani che hanno perso sportelli bancari al punto da non averne più nemmeno uno sono più di 800; in totale i comuni sprovvisti di sportelli sono circa 2800. E non ci sono solamente comuni piccoli, ma anche comuni di una certa dimensione: 7 sono sopra i 10mila abitanti, 31 sopra 6mila abitanti, 41 sopra 5mila abitanti. È un problema di ordine economico e sociale perché soprattutto la fascia di popolazione anziana che non sa utilizzare i servizi bancari digitali si trova letteralmente smarrita. Questo, probabilmente, è uno dei motivi per cui l’ammontare sui conti correnti è continuamente cresciuto fino ad arrivare, alla fine dello scorso anno, a oltre 1130 miliardi di euro che sono stati lasciati in depositi e conti correnti bancari e postali”.

“La digitalizzazione – spiega il leader dei bancari della Cisl – è il mantra che viene agitato dai grandi banchieri per procedere con ulteriori riduzioni del personale. Ricordo che gli occupati sono calati di 47mila persone dalla fine del 2011 fino al 30 giugno 2021: tantissimi, dai 322mila ai 275mila della fine dello scorso anno. Il Governo ha il dovere di definire delle politiche creditizie in modo particolare con riferimento alle regioni del Mezzogiorno d’Italia. Finalmente esiste una banca degli investimenti per il Sud, perché Mediocredito centrale, attraverso l’acquisizione di Banca Popolare di Bari, si presta ad aumentare gli investimenti per il Sud. Ma l’acquisizione di sportelli non è sufficiente; è indubbiamente indispensabile la definizione di politiche del credito e sicuramente è necessaria un’inversione di tendenza: bisogna ritornare ad aprire le filiali. Purtroppo nel corso di quest’anno verranno chiusi altri mille sportelli e si preannunciano ulteriori tagli, di sportelli e di occupazione: l’esatto contrario di ciò di cui ci sarebbe bisogno per spingere ed attuare il Piano nazionale di ripresa e resilienza, perché dopo gli investimenti pubblici sarà necessario realizzare investimenti privati, che si realizzano anche attraverso il credito bancario ma che si possono realizzare anche attraverso una opportuna canalizzazione del risparmio verso l’economia reale, ragion per cui il sistema bancario è fondamentale ed è fondamentale la sua presenza fisica nel territorio”.

“L’Italia ha il più alto indice di vecchiaia di tutti i paesi europei – sottolinea in conclusione Colombani – Abbiamo bisogno di arrivare alla transizione digitale, ma con gradualità. Bene ha fatto il Governo a puntare attraverso il Pnrr sulla digitalizzazione, ma ci sarà bisogno di più di un lustro, o anche due, per arrivare alla completa digitalizzazione del Paese, e quindi abbiamo bisogno di un sistema bancario che sia al servizio del Paese. E abbiamo bisogno di persone occupate in banca per poter erogare più credito, erogarlo bene, e soprattutto servire meglio gli interessi della clientela attraverso l’opportuna tutela del risparmio”.

 

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