Aprile 2022, congresso First Cisl. Colombani, sarà momento importante in periodo di grandi trasformazioni. Sul Sole 24 Ore

Il prossimo congresso di First Cisl sarà «un appuntamento di grandissima importanza perché arriva in un momento di grandi trasformazioni». A riprendere le dichiarazioni del segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, è Il Sole 24 Ore. L’appuntamento è fissato a Roma per il prossimo anno. Dall’11 al 14 aprile del 2022 i dirigenti sindacali saranno riuniti in un’assemblea di straordinaria rilevanza. Tanti i temi in agenda partendo da un’analisi del sistema bancario italiano che, per Colombani «è in buona salute ed è chiamato a dare un contributo fondamentale alla ripartenza. La qualità degli attivi è elevata, il flusso di nuovi Npl aumenterà con il venir meno delle moratorie ma i valori per adesso restano contenuti. Anche le semestrali che verranno presentate alla fine della prossima settimana dalle banche maggiori si annunciano positive».

Uno sguardo anche alla politica dei tassi il cui possibile rialzo «porterà ad una crescita del margine di gestione del denaro, cosa che dovrebbe frenare la ricerca ossessiva di ricavi da commissioni, causa principale delle pressioni commerciali». Il leader di First Cisl rimarca ancora che «non si è arrestata però la tendenza a comprimere i costi tagliando la rete fisica delle banche: solo quest’anno chiuderanno mille sportelli. La desertificazione bancaria, che colpisce soprattutto le aree interne e il Sud, deriva anche dal consolidamento promosso dalle autorità europee ed italiane. Siamo convinti che una nuova ondata di aggregazioni, in un sistema tra i più concentrati in Europa, sarebbe dannosa sia sotto il profilo sociale che per la crescita dell’economia».

Spazio anche al Pnrr, che Colombani considera un’occasione «per imprimere una svolta dopo vent’anni di stagnazione. Dal 1999 al 2019 il nostro Pil è cresciuto molto meno di quello di tutti i grandi paesi europei e le condizioni sociali, di riflesso, hanno segnato un pesante arretramento: il tasso di povertà assoluta è balzato dal 3,3% del 2005 al 7,7% del 2019; nel 2020 abbiamo toccato il 9,4%. Da solo però il Pnrr non basta. Abbiamo bisogno di un nuovo modello di sviluppo che riscopra i principi dell’economia sociale di mercato e metta al centro la partecipazione dei lavoratori».