Consiglio regionale Toscana, Colombani, necessarie politiche creditizie anticicliche

Anche in Toscana l’emergenza Covid-19 ha picchiato duro. E anche in Toscana i segni lasciati sull’economia sono profondi. Per comprendere a fondo la realtà che verrà, di cui al momento si vedono solo alcune ombre, è però opportuno fare i conti con quella che l’ha preceduta. È ciò che si è proposta la First Cisl regionale con un seminario che si è tenuto in occasione del suo Consiglio generale, svoltosi a Firenze il 30 luglio. Introducendo i lavori il segretario Stefano Bellandi ha evidenziato “l’utilità di poter avere occasioni per cogliere le dinamiche produttive locali, esaminando senza ritardo la documentazione che annualmente produce la Banca d’Italia sull’economia della nostra regione, anche con approfondimenti sul sistema bancario toscano”.

Il punto di partenza è il 2019, così come l’ha rappresentato proprio sulla scorta del rapporto sull’economia regionale di Bankitalia, il responsabile del Dipartimento regionale Osservatorio sul Credito Corrado Giani. In sintesi: Pil pressoché stagnante (+ 0,1%); riduzione dei prestiti alle imprese (- 2,8%), che per la prima volta dopo anni ha colpito anche le imprese medio-grandi, mentre per le Pmi si tratta ormai di una costante; miglioramento delle condizioni finanziarie delle imprese, che si accompagna ad un miglioramento della qualità del credito, che vede il tasso di deterioramento ai minimi storici; lieve incremento dell’occupazione (+ 0,5%). 

È su questo scenario che si è abbattuta sulla Toscana la tempesta del Coronavirus. Il Pil è previsto in calo del 10%, un dato peggiore rispetto alla stima a livello nazionale. Per il primo semestre, secondo un’indagine della Banca d’Italia, si prevede una flessione del fatturato del 22,5% per le imprese industriali. Le esportazioni, stabili nel primo trimestre  a fronte di un – 1,9% a livello nazionale, dovrebbero accusare un calo di oltre il 10% della domanda potenziale nel 2020.

Per fronteggiare la recessione più dura dal dopoguerra l’unica ricetta possibile, ha sottolineato il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani nel suo intervento, è ampliare l’offerta di credito. “Per la prima volta assistiamo ad un aumento del credito in una fase di recessione. La strada intrapresa dal governo con il decreto Liquidità – ha osservato il leader dei bancari della Cisl – è quella giusta, anche se non possiamo nasconderci che il volume complessivo dei prestiti alle imprese è rimasto al di sotto delle attese. Credo sia fondamentale proseguire in questa direzione, perseguendo politiche anticicliche del credito. E lo Stato deve continuare a sostenere le banche, assicurando nuove e piu estese garanzie”. Più in generale, ha affermato Colombani, occorre che le banche “ritornino alla loro funzione sociale, così come la Costituzione l’ha disegnata. In questo senso è particolarmente preziosa la lezione di Mario Draghi, che in marzo, sul Financial Times, ha tratteggiato una nuova missione per il sistema bancario, quella di divenire strumento di politiche pubbliche. L’assunto di fondo è che per sostenere l’economia nel post-Covid sarà necessario ricorrere in modo massiccio al debito e che le banche avranno il compito di fornire liquidità a costo zero alle imprese, in ciò sostenute dalle garanzie prestate dallo Stato. È una proposta che non possiamo che appoggiare. Da questa crisi, infatti, possiamo uscire solo liberandoci dal tabù del debito e dell’egemonia neoliberista che ha contraddistinto gli ultimi quarant’anni”.