Ancora su Studio First Cisl semestrali big 5, pandemia non intacca solidità banche

“Di sicuro la pandemia e la crisi economica scatenata dal Covid-19 si sono fatte sentire ma tutto sommato non c’è stata una débâcle”.  È questo l’attacco dell’articolo di Startmag.it, a cura di Emanuela Rossi, che rilancia il rapporto sulle semestrali dei cinque maggiori gruppi bancari italiani, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Mps e Ubi, elaborato dall’Ufficio studi di First Cisl.

“Da tener presente – si legge sul sito – anche la maggiore solidità patrimoniale dell’insieme aggregato e il prosieguo del calo dei crediti deteriorati. Insomma, dal secondo sindacato del credito non hanno dubbi: le banche nostrane si sono dimostrate resilienti”.

L’articolo di Startmag.it passa in rassegna le cifre della ricerca di First Cisl: “Rispetto al primo semestre del 2019 il periodo gennaio-giugno 2020 ha di certo registrato una flessione di varie voci: ricavi operativi (- 4,2%), interessi netti (- 4,3%), commissioni nette (- 4,7%) e margine primario (- 4,5%) ma anche costi operativi (- 2,1%) di cui costo del personale (- 2,2%). Riguardo ai dipendenti si evidenzia un calo del numero di dipendenti (- 2,1%) e del numero di sportelli (- 4%) e quello – contenuto considerando il lockdown – del margine primario per dipendente (- 2,5%) e delle commissioni nette per dipendente (- 2,7%)”.

“Dimezzato il risultato netto di gestione (da 7,6 a 3,8 miliardi) ma crescono del 72,4% le rettifiche nette su crediti che passano da – 3 miliardi dei primi sei mesi dello scorso anno a – 5,3 miliardi dello stesso periodo del 2020. Si tratta in larga misura (2,7 miliardi), spiegano da First Cisl, di accantonamenti disposti per fronteggiare il futuro impatto della pandemia sull’attività economica. Senza di essi, assicurano, il dato sarebbe stato ampiamente positivo”.

Startmag.it evidenzia come vada incrementandosi la solidità patrimoniale delle principali banche italiane a fronte del calo degli Npl: “Elementi positivi arrivano dai dati patrimoniali dove si nota la crescita del CET1 Ratio phased-in, che passa dal 13,6% del dicembre 2019 al 14,4% di giugno scorso”, cifre che portano a “stimare un’eccedenza patrimoniale sui requisiti minimi di oltre 46 miliardi, con un aumento di circa il 43% rispetto ai dati di fine anno”.

Altro aspetto preso in esame dell’Ufficio studi di First Cisl riguarda la “la crescita dei crediti contro clientela (+ 0,9%) e della raccolta diretta da clientela (+ 1,7%) mentre scende la raccolta indiretta (- 3,1%). Continua il trend della flessione dei crediti deteriorati netti (- 2,3%), da 38,8 miliardi a 37,9 miliardi, con l’Npl ratio che si mantiene sostanzialmente stabile (da 3,4% a 3,3%)”.

Cifre incontrovertibili certificate delle semestrali riportate dalle big five del sistema creditizio italiano che portano Riccardo Colombani, leader dei bancari della Cisl, ad affermare che «la pandemia non ha scosso il sistema, che anzi ha dimostrato grande resilienza ma adesso serve un salto di qualità: il credito alle imprese ed alle famiglie deve aumentare. L’ampia dote di capitale disponibile e la liquidità garantita dalla Bce costituiscono la premessa, insieme alle garanzie statali sui crediti, su cui fondare il rilancio dell’economia».

In questa direzione diventano fondamentali «tempestive decisioni organizzative per potenziare l’erogazione del credito e la gestione delle moratorie, con più lavoratori dedicati e adeguatamente qualificati». Riccardo Colombani ravvisa infine la necessità di adottare «politiche anticicliche del credito, in grado di riattivare gli investimenti. In caso contrario rischieremmo di perdere una parte rilevante del nostro tessuto produttivo e dell’occupazione connessa (…) Le banche devono divenire strumenti di politica pubblica. La presenza dello Stato nel sistema bancario non può più essere considerata un tabù».

 

In allegato lo studio First Cisl con le tabelle esplicative