Tavola rotonda First Cisl, ruolo banche e politiche creditizie per ripresa economica

“Un convegno fisico-digitale a Roma organizzato dalla potente organizzazione sindacale”: così scrive il sito di Economy in merito alla tavola rotonda organizzata da First Cisl dal titolo “Politiche creditizie e accesso al credito per la ripresa economica. Il ruolo delle banche”, tenutasi ieri 14 luglio a Roma, in seno al Comitato esecutivo nazionale.

Firma il servizio Sergio Luciano. Il direttore della piattaforma di informazione economica ha rilanciato le considerazioni del leader dei bancari della Cisl, Riccardo Colombani, per il quale «La ripresa economica transita anche, anzi per molti versi principalmente, attraverso una valorizzazione del ruolo delle banche: meglio, attraverso un loro ritorno alla vocazione identitaria, erogare credito alle aziende conosciute, valutate e infine affidate. Ed è in questa direzione che va indirizzata la politica creditizia del Paese».

EconomyMag fa notare come per Colombani «rispetto alle previsioni iniziali la ripresa richiede un ammontare di credito molto superiore, supportato da garanzie statali, per alimentare gli investimenti e attivare un meccanismo virtuoso di trasmissione delle risorse dalla finanza all’economia reale. Le banche devono capire che dare più credito è l’unico modo per rilanciare il Pil ed evitare in prospettiva l’esplosione del debito. Conviene anche a loro, visto che solo così possono evitare la crescita dei crediti deteriorati in futuro».

La testata on line da spazio anche all’intervento del professor Lucio Lamberti, docente di Scienza delle finanze e di Economia degli intermediari all’Università Telematica San Raffaele di Roma. «Dal 2008 ad oggi gli impieghi, rispetto alla raccolta, si sono drammaticamente ridotti a fronte dell’impennata degli investimenti bancari in Btp: oggi 400 miliardi di euro da meno di 100 che erano nel 2002, il che rende le banche le principali finanziatrici dello Stato italiano. La ricchezza peculiare del nostro Paese sul fronte produttivo sono i 5,1 milioni di piccole e medie imprese, dalla dimensione media pari alla metà di quella europea. È finanziando queste imprese, trasferendo loro risorse economiche, che le banche hanno nei decenni sostenuto lo sviluppo: trasformando depositi a vista in impieghi a medio-lungo termine. Un ruolo cruciale, qualificatissimo, che è stato molto, troppo ridimensionato. Il nostro modello di sviluppo è diversissimo rispetto a quelli nordamericano e nordeuropeo. E a fronte di un tessuto produttivo di queste dimensioni, il processo di aggregazione delle banche in istituzioni creditizie via via sempre più grandi non è ottimale perché comporta un forte accentramento delle decisioni e una marcata monocrazia. Mentre una banca, in Italia, deve dare la massima attenzione alla relazione, alla tempistica delle decisioni, alla correttezza delle procedure. Le banche di territorio, ormai, anche se molto ridotte rispetto ad alcuni anni fa nel numero, sono assolutamente da sostenere, anche intervenendo – ha rimarcato Lucio Lamberti – sulla riforma delle Bcc per contenerne gli effetti offrendo un vero e proprio presidio a quelle rimaste».

Il professore universitario ha richiamato anche quanto verificatosi in varie parti del paese «dove sono venute a mancare le direzioni autonome degli istituti di credito, oggi il denaro costa di più rispetto a quelli in cui le banche hanno lasciato attivi i loro presidi decisionali. Come mai? Non è un problema di diversa solvibilità delle imprese – ha concluso Lamberti – ma di svantaggio competitivo di matrice cognitivo-relazionale. Più un’impresa è lontana dal centro decisionale che delibera sul fido richiesto, più caro pagherà quel denaro».

L’occasione della tavola rotonda è servita a Riccardo Colombani per riassumere i termini essenziali della proposta Cisl al governo: «Prolungare gli ammortizzatori sociali e il blocco dei licenziamenti collettivi, altrimenti si rischia di distruggere per sempre una parte importante dell’economia del paese». Affermazione forte sostenuta dal richiamo del «Manifesto AdessoBanca! per una riforma del sistema bancario e finanziario, elaborato da First Cisl nel 2018».

«Il primo paragrafo – ha osservato il segretario generale di First Cisl – è dedicato al problema di come restituire le banche ai cittadini. Non abbiamo scelto di tornare all’antico, non ci siamo immaginati di tonare al Glass Steagal Act, ma vogliamo ritagliarci lo spazio che riteniamo indispensabile, dando voce ai piccoli azionisti e contrastando l’autocrazia del top-management, confrontandoci con esso. Non sarà un percorso facile, ma investiamo sull’ottimismo della volontà per gettare il cuore oltre l’ostacolo. La partecipazione finanziaria dei lavoratori al capitale delle banche attraverso il sindacato è un canale essenziale per avere un posto al sole e togliere alibi al capitalismo manageriale. E per garantire l’unitarietà della rappresentanza abbiamo già identificato lo strumento del voting trust»”.

E sulla consulenza finanziaria indipendente Colombani ha aggiunto: “È una formula da sostenere. Sino ad oggi le politiche distributive dei prodotti finanziari si sono basate esclusivamente sul prodotto stesso. Se invece il centro della relazione fosse costituito dal servizio e le banche fossero pagate solo dai clienti e non dalle commissioni versate loro dai produttori, sicuramente si registrerebbe un miglioramento della protezione del risparmio”.