Colombani su Fase 3, debito non più tabù, politiche creditizie siano anticicliche

“Fase 3: Colombani (First Cisl), da crisi si esce solo aumentando credito a imprese”. Titola così AdnKronos sulle considerazioni del segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, espresse nel corso della tavola rotonda svoltasi ieri 14 luglio 2020 a Roma, in occasione del Comitato Esecutivo Nazionale di First Cisl. Simile titolazione scelta da Agi per il suo lancio: “Banche: First Cisl, aumentare credito a imprese, nuove garanzie”.

«Aumentare il credito è l’unico modo che abbiamo per evitare l’avvitarsi della crisi. Quanto ha fatto il governo con il decreto Liquidità – ha osservato sulle due agenzie di stampa Colombani – va nella direzione giusta, ma nell’insieme i finanziamenti erogati sono molto al di sotto di ciò che serve. Per spingere le banche a concedere credito aggiuntivo è necessario supportare il loro sforzo con nuove garanzie statali, parziali o totali. In questo modo è possibile dar vita ad un circolo virtuoso: più credito, più investimenti, più crescita. E per il sistema bancario meno crediti deteriorati, così da evitare di rivivere l’incubo del 2015. La dorsale dell’economia italiana è costituita dalle piccole imprese sotto i dieci dipendenti, che occupano il 30% della forza lavoro del Paese. La crisi rischia di decimarle: non possiamo permettercelo».

«È la prima volta negli ultimi decenni che gli impieghi crescono nonostante la recessione – ha aggiunto Colombani – dobbiamo far sì che si affermi l’idea che le politiche creditizie svolgono un ruolo anticiclico, di sostegno all’economia in tempi di crisi. E che le banche devono essere strumenti di trasmissione delle politiche pubbliche, come ha spiegato Mario Draghi nel suo intervento sul Financial Times. La parola debito non può più essere un tabù, il rischio altrimenti è una distruzione di capacità produttiva che non verrà più recuperata».