La Repubblica e Il Mattino, Furlan agli industriali, non è l’ora di fare politica

L’emergenza pandemia si ribalta sull’economia. Annamaria Furlan torna ad alimentare il dibattito per lanciare una proposta al neopresidente della Confindustria Bonomi: «Ripartiamo dallo spirito positivo del “Patto per la fabbrica”, diamo un contributo forte per far crescere sviluppo, occupazione, competitività e qualità del nostro sistema produttivo». L’esortazione della segretaria generale della Cisl fa leva sull’importanza della coesione sociale tanto cara al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Non si esce dalla crisi solo con le critiche” titola Il Mattino che ospita l’intervento della segretaria generale della Cisl, mentre Valentina Conte di Repubblica la intervista titolando il servizio: “Gli industriali capiscano che non è l’ora di fare politica. Serve un grande patto sociale”. L’attacco della conversazione chiama in causa Confindustria che «dovrebbe superare – dice Annamaria Furlan – la fase di allarmismo e riprendere un dialogo forte e urgente con i sindacati. (…) Siamo tutti preoccupati, avremo mesi molto duri. Ma il rischio è che il paese si avviti in un dibattito fatto di veti incrociati, di bandierine, consenso quotidiano da ricercare. Non ce la possiamo fare».

Il richiamo agli industriali è netto e da Repubblica Annamaria Furlan rimarca «che c’è bisogno di un grande patto sociale, come nel 1993 con Ciampi. Le parti sociali hanno il dovere di esprimere opinioni. Ma in modo autonomo dalla politica. Faremmo un errore tragico nel confondere i ruoli».

Sul rischio che questo accada la segretaria generale della Cisl risponde: «Vedo tanta voglia nel Paese di mostrare i muscoli: un modello molto maschile di relazioni che non ci ha portato niente di buono nel passato. Anziché il conflitto cerchiamo la partecipazione: sulla contrattazione, con le istituzioni per una nuova governance che coinvolga i lavoratori nelle imprese come in Usa, Germania e Francia».

La giornalista Valentina Conte, con la sua domanda, fa notare che Confindustria antepone la produttività agli aumenti salariali chiedendo se la Cisl non tema per il rinnovo dei contratti. «Al contrario – risponde Annamaria Furlan – la contrattazione è una leva formidabile sulla produttività. Va rilanciata, non negata perché cambia l’organizzazione del lavoro, gli orari e gli obiettivi, coinvolge i lavoratori, li stimola.  Propongo piuttosto – a Confindustria e a tutte le parti datoriali – di chiedere, con noi al governo, che la contrattazione aziendale legata alla produttività e i rinnovi dei contratti nazionali siano detassati».

La Repubblica evidenzia che gli industriali preferiscono contrattare a livello territoriale. Si svilisce così il ruolo dei sindacati? Annamaria Furlan invita ad abbandonare i vecchi schemi rilanciando il tema della ripartenza: «Vogliamo davvero far ripartire il Paese? Facciamolo da protagonisti, non da spettatori insoddisfatti. Dobbiamo incontrarci però se vogliamo fare proposte utili al governo su cantieri, infrastrutture, innovazione, formazione, istruzione, banda larga. E passare dall’allarmismo agli obiettivi. Nessuno ce la fa da solo: vale per la politica, per i sindacati e anche per le imprese. La contrattazione aziendale e territoriale è stata già rafforzata: non ho problemi a rafforzarla ancora. Ma se si usa un linguaggio così distante, come fa Confindustria, il contributo non sarà positivo».

Le imprese pongono il tema dell’impossibilità di licenziare fino al 17 agosto proponendo di partire dal 18 agosto con una cassa integrazione di due anni. Valentina Conte chiede se la Cisl non tema licenziamenti di massa. «Anche Cgil, Cisl e Uil – risponde Annamaria Furlan – hanno chiesto al governo di immaginare ammortizzatori almeno fino alla fine dell’anno. Le prospettive dell’economia non sono purtroppo buone, i dati sono allarmanti, come illustrato dal governatore di Bankitalia Visco. Chiedere di allungare la Cig – conclude la segretaria generale della Cisl – va bene ma farlo come sfida non serve. Le parti sociali per prime devono scommettere, insieme, sulla ripartenza. Non sulla crisi».