Popolare di Bari, toni blandi, parole al veleno

Mercoledì si è tenuto il secondo incontro relativo al piano di riorganizzazione della Banca Popolare di Bari, alla presenza della delegazione sindacale di gruppo, delle segreterie nazionali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin e della controparte aziendale. Lo si legge in un comunicato unitario dei coordinamenti del Gruppo Bpb dal titolo “Toni blandi, parole al veleno”.

L’azienda non aveva consegnato, come richiesto dai sindacati, i dati necessari ad un confronto tra le parti, limitandosi a leggere la documentazione condivisa solo al termine dell’incontro. La presentazione del “Piano di Riduzione del Personale” è stata “cinica, contraddittoria e inaccettabile”, scrivono le organizzazioni sindacali. Nello specifico, è stato illustrato uno schema di razionalizzazione dei costi relativi a forniture e consulenze, insieme ad una minima rimodulazione dell’offerta di servizi bancari. Secondo la rimodulazione proposta, in linea enunciativa, il volano del rilancio dovrebbe essere rappresentato dalla valorizzazione delle competenze e professionalità del personale ma, dalla lettura dei documenti, è proprio su questo aspetto che quanto illustrato dall’azienda risulta lacunoso e brutale, privo di una visione prospettica.

Gli esponenti aziendali hanno ribadito la necessità di riduzione del personale, chiusure di filiali e mobilità funzionale e territoriale (tutto sotto la voce “costo del personale”, senza tener conto della vita delle persone) fornendo un numero di filiali per regione che intenderebbero chiudere, senza indicare quali nello specifico. Nulla è stato detto delle 300 persone dichiarate come esuberi nelle direzioni generali e delle 600 della rete.

Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, unitariamente, hanno più volte invitato l’azienda alla ricerca di un equilibrio operativo gestionale ed economico che garantisca i lavoratori, in termini di lungimiranza occupazionale e di coerenza con l’obiettivo di preservare la totale integrazione dell’Istituto nel sistema bancario del Paese, in un’ottica di valorizzazione della persona come prima ed imprescindibile base di rilancio.

Per il prosieguo della trattativa si rende indispensabile comprendere prima e declinare poi, come ripensare il modello di banca illustrato, non cadendo nella tentazione, certamente più facile per il management aziendale, di risolvere la questione attraverso un’emorragia di personale.

I sindacati ribadiscono con forza che non dovranno essere le lavoratrici e i lavoratori a pagare le conseguenze di atti e fatti di cui altri risponderanno alla Magistratura.

Maggiori dettagli nel comunicato unitario dei coordinamenti del Gruppo Banca Popolare di Bari di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin.

 

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