Furlan, giusto appello Governo a banche, Colombani, incessante lavoro bancari

«È molto importante e significativo che stasera il presidente Conte abbia annunciato un tavolo di confronto che guarda oltre l’emergenza del Paese in modo da costruire un nuovo modello sociale partecipativo di sviluppo, di cambiamento e di modernizzazione complessiva del paese. È quello che ci aspettavano di ascoltare. Bisogna continuare a lavorare insieme, come abbiamo fatto in queste settimane di emergenza, in uno spirito concertativo per migliorare il paese su tutti i fronti». Così la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, al termine dell’incontro svoltosi in videoconferenza tra Cgil, Cisl, Uil e il premier Conte sulle misure inserite nel nuovo decreto atteso al varo questa settimana.

«Quelli annunciati dal governo per il decreto maggio sono interventi corposi che contengono misure importanti, ma rimangono ancora tanti temi che è necessario affrontare per il futuro del Paese» ha affermato Annamaria Furlan per la quale «è importante, con il prossimo decreto, rifinanziare e prorogare tutte le misure di sostegno al reddito dei lavoratori, snellire le procedure burocratiche per assicurare le prestazioni e garantire una immediata liquidità ai lavoratori».

La considerazione della segretaria generale della Cisl segue l’incontro che le parti sociali hanno avuto con il Governo sul DL Maggio. Annamaria Furlan giudica positiva la misura di sostegno per le famiglie inoccupate «ma dobbiamo discutere ed affrontare anche il tema delle infrastrutture materiali ed immateriali, i problemi della scuola e della digitalizzazione della pubblica amministrazione, le tutele del mondo del lavoro, definire una strategia efficace per il rilancio del sistema industriale e dei servizi, sbloccando le risorse per far partire i cantieri pubblici».

Sul ruolo fondamentale delle banche, Annamaria Furlan afferma che «è opportuno l’intervento di accelerazione per assicurare liquidità alle imprese con uno sforzo importante che il sistema bancario dovrebbe realizzare rispetto a questo obiettivo. È giusto quindi l’appello del Governo alla responsabilità delle banche».

Di banche italiane «letteralmente scaraventate al centro della scena dalla decisione presa dal governo» aveva parlato lo scorso primo maggio il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, per il quale «dopo la moratoria sui mutui, il decreto Liquidità ha caricato il sistema di una serie di oneri difficili da fronteggiare nell’attuale cornice normativa (…) Le banche, da parte loro, devono adottare rapidamente soluzioni organizzative ad hoc e procedure semplificate per l’erogazione del credito, evitando di inondare giornalmente le lavoratrici e i lavoratori di istruzioni che sostituiscono, modificano, implementano quelle del giorno precedente. Sino ad oggi l’assistenza alle famiglie e alle imprese è stata possibile grazie al senso di responsabilità delle lavoratrici e dei lavoratori, che, sottolineo, hanno continuato a lavorare incessantemente sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria e oggi sono sottoposti a un vero e proprio tour de force».

L’Associazione bancaria italiana ha fornito le cifre delle pratiche istruite dagli istituti di credito e generate dal decreto liquidità. Il quotidiano Conquiste del lavoro li ha riportati nel servizio dal titolo “Banche, sindacati in campo per la Fase 2”, firmato da Carlo D’Onofrio. “Al 4 di maggio – si legge sul quotidiano – sono complessivamente 82.159 (con un aumento di 9.500 rispetto al giorno precedente) le domande di garanzia pervenute al Fondo garanzia Pmi. Un numero che, secondo i dati pubblicati sul sito del Mediocredito Centrale, corrisponde a quasi 5,2 miliardi di finanziamenti. Nel dettaglio le domande di garanzia per i finanziamenti fino a 25mila euro sono 61.130, corrispondenti a 1 miliardo e 296 milioni di finanziamenti”.

Il giornalista Carlo D’Onofrio scrive che “la crescita è innegabile, ma in assoluto si tratta di numeri contenuti a fronte di una platea di milioni di piccole imprese. È possibile che molti imprenditori preferiscano rimanere ancora alla finestra – ma è certo che il percorso per ottenere il prestito – in teoria basterebbe una semplice autocertificazione, si è rivelato più tortuoso del previsto. A pagare il prezzo del caos sono stati i lavoratori, non di rado fatti oggetto di insulti e minacce. Tornando alla Fase 2, i sindacati di categoria si sono mossi insieme all’Abi nel solco dell’attività svolta nelle settimane passate. In particolare hanno concordato un nuovo protocollo per recepire le indicazioni del Dpcm varato il 26 aprile, così da accompagnare con gradualità e sicurezza la ripresa delle attività produttive in tutto il Paese”.

“Fino all’8 maggio – prosegue D’Onofrio – giorno in cui le parti torneranno a confrontarsi, le banche continueranno ad essere aperte alla clientela solo su appuntamento. Viene confermato anche il largo utilizzo dello smart working, che ha assicurato finora, come ha spiegato su Repubblica il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani, «la tutela della salute dei lavoratori e della clientela», an- che se vanno definiti meglio «i tempi di lavoro» e c’è un problema di «sicurezza dei dati» da tenere in considerazione. I sindacati hanno ottenuto anche che tutto il personale sia dotato di mascherine e che l’orario di lavoro sia articolato per gruppi in una forbice compresa dalle 7 alle 19 e 30”.