DL, cig e prestiti, Colombani, i ritardi non si scarichino sui dipendenti

Il Decreto Liquidità tra annunci e realtà. Sulle forti aspettative che ha creato la misura governativa in favore del mondo delle imprese è intervenuto il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani che ha segnalato come le misure adottate siano “in mezzo al guado”.

Le puntuali considerazioni del leader dei bancari della Cisl sono state rilanciate da vari organi di stampa. “Banche: First Cisl, ritardi sui prestiti e Pmi e Cig, Colombani, problemi non scarichino sui lavoratori”; questo il titolo dell’Ansa. Anche Agi scrive dei tempi dell’operazione varata dal governo, “Banche: First Cisl, troppi ritardi su Cig e prestiti”, mentre l’esigenza di salvaguardare i dipendenti delle banche ritorna nel titolo del lancio di AdnKronos: “Coronavirus: First Cisl, Ritardi banche non si scarichino sui lavoratori”. Sempre di rallentamenti, infine, scrive il sito di Borsa Italiana che rilancia una nota Radiocor del Sole 24 ORE: “Banche: First Cisl, gravi ritardi su cig e prestiti, non scaricare su bancari”.

Sui citati organi di stampa Riccardo Colombani evidenzia che «l’ufficio parlamentare di bilancio paventa una riduzione del Pil del 15% nel primo semestre dell’anno e un picco di ore di cassa integrazione triplo rispetto alla crisi del 2009. Nonostante ciò su anticipo della cassa integrazione ai lavoratori e prestiti alle imprese siamo ancora in mezzo al guado».

«La convenzione tra Abi e Inps sull’anticipo della cig – prosegue il leader dei bancari Cisl – non viene applicata in modo omogeneo. Abbiamo notizia di alcune banche che, pur avendo aderito, non hanno neppure emanato le circolari operative interne. È un fatto di eccezionale gravità. Questo non è il momento della retorica, non basta ripetere che nessuno sarà lasciato indietro: servono fatti. Per questo è necessario che le banche si ispirino ad un’autentica responsabilità d’impresa, esercitando la loro funzione sociale».

«Si avanza troppo lentamente anche riguardo ai prestiti alle imprese fino a 25mila euro, nonostante la garanzia al 100% dello Stato. La verità è che siamo molto lontani dall’obiettivo annunciato di garantire i fondi in 24 ore. Il risultato di queste inefficienze – conclude Colombani – è che sale la pressione sui lavoratori delle banche, costretti a fronteggiare proteste e minacce da parte della clientela per ritardi che non dipendono certo da loro. Quello di cui c’è bisogno sono procedure interne in grado di mettere i bancari nelle condizioni di fornire risposte a famiglie e imprese al riparo da qualsiasi rischio».