Piano industriale Banco Bpm, su agenzie le considerazioni di Riccardo Colombani

Il segretario di First Cisl, Riccardo Colombani interviene sul nuovo piano industriale presentato da Banco Bpm. Le sue considerazioni sono rilanciate dall’Ansa e da Askanews. «Finalmente – si legge sull’Ansa – un piano che punta sull’aumento dei ricavi e non solo sulla contrazione dei costi. Già questa è una notizia, considerate le scelte fatte dalle altre banche. I 1.100 esuberi previsti da Banco Bpm sono comunque troppi e con gli altri sindacati ci batteremo perché vengano ridotti»”.

«Non va dimenticato infatti – aggiunge  Colombani – che il precedente piano ha tagliato l’organico del 12%, ben al di sopra del 2,7% stimato inizialmente. Lo stesso vale per le filiali, già diminuite del 30% negli anni scorsi. È però positivo che le uscite siano in parte bilanciate da un numero rilevante di assunzioni. Nel complesso la riduzione del personale resta significativamente inferiore a quella richiesta dai piani di altri gruppi».

«Consideriamo positiva – spiega su Askanews il leader dei bancari della Cisl – l’attenzione posta sulla formazione e sulla riqualificazione dei lavoratori, fondamentale nell’ambito di una strategia che mira a far crescere i ricavi incrementando il credito alle Pmi e la percentuale della raccolta gestita sulla raccolta diretta. L’obiettivo di aumentare le commissioni non deve però portare a un inasprimento delle pressioni commerciali: tutelare i lavoratori è il modo migliore per tutelare anche il risparmio».

«Preoccupa inoltre – conclude Colombani – la chiusura degli sportelli. Per il numero, 200 su 1.727, che è rilevante, e per le conseguenze che da ciò possono derivare in termini di mobilità. La vera sfida per il Banco Bpm non è la competizione su scala dimensionale con le altre big del settore, ma garantire un orientamento sociale del business, l’unica cosa che nel medio periodo può produrre vantaggi durevoli per la banca e per le comunità di riferimento».