Piano Banco Bpm, Colombani, tutelando i lavoratori si tutela il risparmio

“Bpm: finalmente il piano ma troppi esuberi”; questo il titolo di Conquiste del lavoro sul piano industriale presentato da Banco Bpm. Firma l’articolo Carlo D’Onofrio che scrive: “Banco Bpm resta alla finestra e scruta l’orizzonte del sistema bancario per capire se nel prossimo futuro si presenterà la possibilità di un’aggregazione. Il presente però è stand alone, la banca guidata da Giuseppe Castagna continua da sola la sua corsa e punta a crescere nei prossimi quattro anni con un piano che prevede una robusta crescita dei ricavi (4,4 miliardi nel 2023), l’aumento a 800 milioni dei dividendi, investimenti massicci in innovazione tecnologica e formazione. Nemmeno Banco Bpm rinuncia però a tagliare l’occupazione”.

Un taglio più contenuto rispetto a quello previsto dai piani di Unicredit e Ubi, per stare agli esempi più recenti, ma pur sempre sensibile: saranno 1.100 gli esuberi, tutti destinati a passare attraverso il Fondo di solidarietà su base volontaria. Tradotta in cifre, la sforbiciata all’organico porterà a 1.660 milioni dagli attuali 1.700 il costo del personale atteso nel 2023. Non si tratterà comunque di una riduzione secca del personale: gli esuberi verranno compensati da “un programma di recruiting strategico finalizzato ad attrarre talenti e ad accelerare il ricambio generazionale”.

Sugli impatti che il nuovo piano industriale potrebbe avere sull’organico di Banco Bpm è intervenuto il  segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani:  «Finalmente – si legge su Conquiste del lavoro – un piano che punta sull’aumento dei ricavi e non solo sulla contrazione dei costi. Già questa è una notizia, considerate le scelte fatte dalle altre banche. I 1.100 esuberi previsti da Banco Bpm sono comunque troppi e con gli altri sindacati ci batteremo perché vengano ridotti. Non va dimenticato infatti che il precedente piano ha tagliato l’organico del 12%, ben al di sopra del 2,7% stimato inizialmente. Lo stesso vale per le filiali, già diminuite del 30% negli anni scorsi. E’ però positivo che le uscite siano in parte bilanciate da un numero rilevante di assunzioni».

Banco Bpm punta ad una sostenuta crescita dei ricavi «incrementando il credito alle Pmi e la percentuale della raccolta gestita sulla raccolta diretta – continua Colombani – L’obiettivo di aumentare le commissioni non deve però portare ad un inasprimento delle pressioni commerciali: tutelare i lavoratori è il modo migliore per tutelare anche il risparmio. Preoccupa inoltre la chiusura degli sportelli – conclude Colombani – per il numero, 200 su 1.727, che è rilevante, e per le conseguenze che da ciò possono derivare in termini di mobilità. La vera sfida per Banco Bpm non è la competizione su scala dimensionale con le altre big del settore, ma garantire un orientamento sociale del business, l’unica cosa che nel medio periodo può produrre vantaggi durevoli per la banca e per le comunità di riferimento».