In varie regioni i sindacati si appellano ai Prefetti, le pensioni preoccupano

C’è una data che più di ogni altra preoccupa i dipendenti delle banche. Il primo aprile è denso di incognite perché connesso alla riscossione delle pensioni. I bancari  ne temono gli effetti. Nonostante i ripetuti appelli a restare casa e a fissare gli appuntamenti per le operazioni bancarie, l’abitudine di recarsi allo sportello il giorno di accredito è comune a tante regioni del Sud.

Sull’argomento il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani è intervenuto a più riprese sollecitando il Governo ed evidenziando che «il problema non è tanto il pagamento delle pensioni per cassa che per le banche riguarda poche decine di migliaia di utenti. Il vero problema è rappresentato dalla grande massa di pensionati ai quali l’assegno viene accreditato su conto corrente e non dispone del bancomat né di altre carte. Secondo l’ultima indagine sui bilanci delle famiglie di Bankitalia si tratta del 33% del totale».

Con l’intento di sensibilizzare le istituzioni e renderle partecipi dei diffusi timori, le organizzazioni sindacali hanno indirizzato allarmanti lettere ai prefetti rilanciate da vari quotidiani. La Gazzetta del Sud titola “Anche i bancari hanno paura” riportando ampi stralci della lettera al Prefetto di Reggio Calabria nella quale si legge: «Al di fuori delle agenzie bancarie dì Reggio Calabria e Provincia si creeranno, inevitabilmente, degli assembramenti di clienti che vorranno accedere ai locali delle agenzie bancarie per poter effettuare le operazioni di prelevamento o pagamento ricadenti nel fine mese o inizio mese. Le recenti disposizioni previste da Abi e relative a tutte le banche associate, prevedono l’invito ai clienti delle aziende di credito ad accedere in banca, solo per compiere operazioni indifferibili … previo appuntamento. Tale modalità non risulta ancora ben assimilata dai clienti e pertanto, in coincidenza del pagamento delle pensioni e delle scadenze di fine mese, persiste il rischio concreto di … contagio da covid-19».

I timori della Calabria sono comuni a quelli della Puglia. È il Nuovo Quotidiano di Puglia a farsene carico con un servizio dal titolo “L’allarme. Code alla banche, i sindacati scrivono al prefetto”. «Nei prossimi giorni – evidenziano nella missiva Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uilca e Unisin – vista la scadenza del pagamento delle pensioni a partire dal 1° aprile, all’esterno delle agenzie bancarie di tutta la nostra provincia si creeranno, inevitabilmente, degli assembramenti di clienti che vorranno accedere ai locali delle agenzie bancarie per operazioni di prelievo o pagamento. Chiediamo l’intervento del prefetto per predisporre, davanti alle agenzie bancarie di Lecce e provincia, un presidio finalizzato al rispetto delle disposizioni».

Stesso timore, stessi argomenti, stesse parole nella lettera inviata ai Prefetti delle nove province della Sicilia dalle segreterie regionali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uilca e Unisin con la quale si paventa «il concreto rischio da Covid-19 che prossimamente si creerà presso le Aziende di credito. Infatti, nei prossimi giorni, vista la scadenza del pagamento delle pensioni, al di fuori delle agenzie bancarie si creeranno, inevitabilmente, degli assembramenti  di clienti che vorranno accedere ai locali delle stesse per effettuare le operazioni di prelevamento o pagamento ricadenti nel fine mese o inizio mese». La lettera ricorda altresì gli accordi raggiunti tra sindacati, Abi e Federcasse per dotare le aziende di un protocollo sicurezza ma rimarca i rischi concreti che, a parere di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin della Sicilia, restano alti, tali da motivare la richiesta di istituire, presso gli sportelli bancari, dei presidi demandati «al rispetto delle disposizioni Governative in materia”.

Pure in Basilicata le preoccupazioni sono elevate. È La Nuova del Sud a rilanciarle con un servizio dal titolo “Pensioni, chi può prelevi dal bancomat e non in filiale”. «Rivolgiamo un appello ai pensionati e alle pensionate lucani che hanno l’accredito della loro pensione su un conto corrente presso un istituto bancario affinché, a partire dal 1° di aprile, prelevino la loro pensione dagli sportelli bancomat senza accedere in filiale». Lo scrivono in un comunicato Fabi,  First Cis, Fisac Cgil, Uilca e Unisin della Basilicata. «Per coloro che fossero sprovvisti di carta bancomat – continua il documento – ricordiamo che, in questo periodo di assoluta emergenza sanitaria nazionale, l’accesso alle filiali può avvenire solo previo appuntamento telefonico. Queste misure sono necessarie per evitare inutili assembramenti, pericolosi in quanto potenziali diffusori del contagio da Covid-19».

Un ulteriore grido di allarme si leva anche dall’Umbria. A lanciarlo è Il Messaggero che titola così il suo servizio: “Per la sicurezza di tutti, ritirate le pensioni al bancomat”. “È l’appello dei segretari regionali di Fabi, First Cisl ,Fisac Cgil, Uilca, Unisin ai pensionati dell’Umbria – si legge su quotidiano – per limitare in questi giorni di pagamenti i contatti e il pericolo di contagio. «Per chi fosse sprovvisto di carta bancomat  – scrivono le organizzazioni sindacali umbre – ricordiamo che in questo periodo di assoluta emergenza sanitaria Nazionale, l’accesso alle filiali può avvenire solo previo appuntamento telefonico, chiamando la propria filiale di riferimento. È necessario per salvaguardare la salute vostra e quella dei dipendenti bancari. Queste misure sono necessarie per evitare inutili assembramenti, pericolosi in quanto potenziali diffusori del contagio da Covid-19 … Aiutiamoci a sconfiggere questo virus».