Tagli UniCredit sul Fatto Quotidiano, First Cisl, schiaffo sacrifici lavoratori

Il piano industriale UniCredit, che dispiegherà i suoi effetti fino al 2023, ha pesanti ricadute sull’occupazione in Italia. A farlo notare è First Cisl. Il Fatto Quotidiano da ampio spazio alle intenzioni dell’istituto di credito milanese titolando così il suo servizio: “Unicredit, dal 2020 al 2023 altri 8mila posti tagliati e 500 sportelli chiusi: colpita soprattutto l’Italia. Agli azionisti 8 miliardi”.

L’articolo entra nel merito del piano riportando i dati che prevedono pesanti tagli dell’organico. Degli 8.000 dipendenti che dovranno lasciare il lavoro “5.500, 6.000. In parallelo è prevista la chiusura di circa 500 sportelli. Nel frattempo i ricavi dell’istituto – fa notare il Fatto Quotidiano – cresceranno ogni anno dello 0,8% dal 2019 al 2023 fino ad arrivare a 19,3 miliardi”.

La presentazione del piano industriale di UniCredit, denominato “Team2023” ha suscitato la pronta presa di posizione dei sindacati per quello che il Fatto Quotidiano definisce uno “schiaffo ai lavoratori e ai loro sacrifici” mutuando una frase del segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani che sulla testata aggiunge come «i dipendenti, con grandi sacrifici, abbiano “consentito alla banca di superare i momenti difficili che si sono succeduti negli ultimi anni. La logica di Mustier si conferma orientata esclusivamente alla creazione di valore per gli azionisti” e si delinea “un colpo durissimo al lavoro ad esclusivo vantaggio del capitale, altro che la responsabilità sociale di cui parla Mustier”».