Colombani a Rai Radio 1 su esuberi UniCredit e digitalizzazione in Italia

Oggi il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, è stato ospite dei microfoni di Rai Radio 1 nel programma Centocittà con Ilaria Amenta, Gianluca Semprini e Duccio Pasqua. La notizia calda nell’aria è il piano industriale di UniCredit, che ha annunciato 8mila esuberi, “praticamente 1 dipendente su 5 – sottolinea il giornalista Gianluca Semprini –  In Italia chiuderanno entro poco anche 1 sportello su 4. In atto una rivoluzione drammatica per molti lavoratori delle banche”.

L’ultimo studio di First Cisl evidenzia come “il fatto che sia il digital banking nemico di chi lavora in banca è una fake news”. Il giornalista ha quindi chiesto a Colombani “perché non pensa che effettivamente con la digitalizzazione serva meno gente che lavora in banca?”

Il leader dei bancari della Cisl ha evidenziato come “i dipendenti bancari sono calati moltissimo in questi anni: dal 2007 al 2018, sulla base dei dati di Banca d’Italia, sono calati di 66.500 persone, meno 19,5%. Anche la rete fisica degli sportelli bancari è calata tantissimo, molto più che in altri Paesi europei. Quello che il nostro studio dimostra è che il calo degli sportelli e il calo degli occupati non corrisponde ad una rivoluzione digitale in Italia e ad una rivoluzione del digital banking in Italia”.

Gianluca Semprini, osservando che “in Italia utilizziamo ancora poco l’internet banking rispetto alla Francia, una percentuale anche importante, però in Francia, nonostante questo, non si licenzia e non si chiudono sportelli. Perché?”

“Appunto – risponde Colombani –  in Francia gli utilizzatori dell’internet banking corrispondono al 63% della popolazione contro il 34% della popolazione italiana. Gli sportelli sono calati pochissimo: il 7% a fronte del 23,5% di calo in Italia. È la dimostrazione che un Paese simile al nostro ha affrontato la rivoluzione digitale senza ripercussioni sul personale bancario ma soprattutto sulla clientela e quindi sulla popolazione. Il cittadino italiano medio è mediamente poco istruito: gli indicatori ci danno un livello di istruzione non elevato in fasce molto ampie della nostra popolazione. Sappiamo che l’internet banking viene utilizzato soprattutto da persone istruite. Siamo un Paese molto vecchio: l’indicatore di vecchiaia, che rapporta gli ultra 65enni con la popolazione che ha meno di 15 anni di età, è il più alto dei 28 Stati membri dell’Unione europea. Evidenzia che non vi sarà dal punto di vista demografico un cambiamento da qui a poco”.

Semprini ha quindi chiesto: “A questo punto cosa si può fare per i dipendenti? Serve un grande piano di “rielaborazione” di un dipendente della banca? Di nuova formazione? Si può non licenziare, ad esempio, uno sportellista e renderlo un esperto di internet banking? È possibile tutto questo calcolando che anche l’età media di chi lavora in banca probabilmente è alta?”

Il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, risponde riallacciandosi alla questione UniCredit: “Anzitutto noi abbiamo gli strumenti per poter gestire il cambiamento. Abbiamo lo strumento del Fondo di solidarietà per cui non ci saranno licenziamenti, quindi uscite forzose, ma solo uscite volontarie. Questo è già chiaro nel piano industriale UniCredit, che però per noi è inaccettabile perché la forza lavoro in UniCredit è stata ridotta verticalmente negli ultimi anni e non è accettabile che non avvenga una sostituzione”.

“Quindi – prosegue Colombani – noi ovviamente osteggeremo il piano di UniCredit; per l’Italia prevede una riduzione di circa 6.000/6.500 persone con la riduzione di circa 450 sportelli in Italia, facendo il calcolo di UniCredit. Noi chiediamo una sostituzione di personale e lo diciamo nell’interesse del Paese. Il Paese, e ritorno ad una questione di carattere socio-economico, vede il cliente bancario che detiene il risparmio in fasce di età avanzata, oltre 65 addirittura oltre 75 anni. Se io valuto che solo il 3% della popolazione over 75 utilizza l’internet banking stiamo parlando del niente. Abbiamo bisogno degli sportelli fisici, abbiamo bisogno di riqualificare sicuramente il personale per poter accogliere la rivoluzione digitale, ma abbiamo bisogno di cambiare il servizio alla clientela che dev’essere di qualità”.

Cliccando qui è possibile ascoltare l’intervento del segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, ai microfoni di Rai Radio 1