Disability manager, la risposta di First Cisl alla gestione della disabilità

I trend sociali ed economici contemporanei richiedono alle aziende dei paesi industrializzati un’attenzione crescente alle politiche di diversity and inclusion management. L’obiettivo è gestire le risorse umane in un’ottica sempre più inclusiva comprendendo gli aspetti multiculturali, generazionali, ma anche la situazione di salute dell’individuo che, lungi dall’essere un elemento statico, evolve con il passare del tempo e dell’età anagrafica.

Su questi temi First Cisl ragiona da tempo, facendone oggetto di studio e ricerca all’interno della progettazione internazionale.

Al tema della disabilità, in particolare è dedicato il progetto First Cisl finanziato dalla Commissione europea dal titolo: “Non-financial reporting directive (2014/95/EU): an opportunity to develop the participation and inclusion rights of people with disabilities and prevent the risk of social dumping. The crucial role of EWCs and Trade Unions”, il cui comitato di direzione si è riunito i primi di novembre in sessione di studio.

Nel corso dell’incontro sono state presentate e selezionate le buone pratiche a livello europeo (politiche aziendali, accordi o iniziative sulla disabilita e inclusione sul posto di lavoro) ed è stato lanciato il sondaggio via web che interesserà nei prossimi mesi i lavoratori delle aziende di credito dei Paesi partner del progetto.

Interessanti gli esiti della discussione.

“Il primo passo da compiere su questo tema è favorire nelle aziende e nei gruppi la creazione di una ‘rete’ di partecipazione sul tema della diversity strategica, che coinvolga i sindacati e gli organismi bilaterali già presenti”, dichiara Domenico Iodice, responsabile nazionale del settore Contrattazione Aziendale First Cisl e direttore scientifico del progetto.

“Per essere concreti, ed è la nostra proposta, si potrebbe istituire in sede di Comitati aziendali europei la figura del Disability Manager”, prosegue Iodice: “Il Disability Manager in questo momento storico avrebbe il ruolo difficile di suggestionare, condizionare positivamente il consiglio di amministrazione della società a cambiare realmente prospettiva: a superare, cioè, il pregiudizio che la condizione di salute costituisca un limite alle performance di impresa, cioè una situazione di debolezza e/o improduttività. Opportunamente inserito in sede gestionale, il Disability Manager dovrebbe sollecitare e promuovere cambiamenti nell’organizzazione del lavoro atti a valorizzare la disabilità come ricchezza, anziché lasciare che il turnover determini esclusione!”