Sindacati, Fondazione CrC è socio Ubi, intervenga su esternalizzazioni

Al primo dei tre incontri tra sindacati e Ubi sul tema delle esternalizzazioni il direttore generale di Ubi Banca, Victor Massiah non ha partecipato. Lo riporta il settimanale La Guida che titola: “Quaranta dipendenti cuneesi passano da Ubi ad Accenture”.

La trattativa, finora senza grandi esiti, viene rimandata a fine settimana. “I lavoratori dell’Ubi riuniti dalle sigle sindacali (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uil e Unisin) hanno fatto sentire la loro voce contro le esternalizzazioni – scrive Massimiliano Cavallo – e contro la riduzione della presenza sul territorio della banca. E hanno protestato non a caso davanti alla Fondazione CrC che è socio importante del Gruppo bancario. Ma i vertici della Fondazione preferiscono tenersi lontani dalle polemiche e non esprimono prima degli incontri con Ubi, alcun giudizio in merito”.

“La Fondazione è socio fondamentale e storico – hanno detti i sindacati – e deve fare la sua parte per la difesa del territorio. Non basta elargire finanziamenti per dirsi a favore della provincia di Cuneo ma serve che prenda posizione per difendere i posti di lavoro di Cuneo e i lavoratori di Cuneo, le eccellenze professionali che abbiamo anche in ambito bancario”.

“Si è parlato di successo per Cuneo in questi anni – continuano i sindacati – per l’arrivo della direzione del Gruppo da Torino a Cuneo e intanto abbiamo perso le singole banche e le singole direzioni con tante funzioni andate a Bergamo e Brescia. Parliamo di qualche decina di persone arrivate a Cuneo e ora rischiamo di perdere 40 lavoratori cuneesi esternalizzati. Ma che politica è? E quale risparmio c’è per l’azienda? Le persone del territorio spariscono e soci storici e amministratori da questi nominati nel Consiglio di amministrazione Ubi non si esprimono, neppure una voce contraria se non il sindacato”.

“Nella trattativa appena iniziata – scrive La Guida – si parlerà di esternalizzazione ma anche di contratto collettivo nazionale, di garanzie e tutele dei lavoratori che i sindacati sperano di ampliare anche ai dipendenti che passeranno ad Accenture. E l’altra battaglia sarà mantenere il posto di lavoro a Cuneo e non magari di nuovo emigrare a Torino o Milano, dove Accenture ha due sedi nevralgiche della sua organizzazione”.

“La nostra preoccupazione – chiudono i sindacati – che deve diventare la preoccupazione di tutti i 20 mila dipendenti della Ubi e di tutti i territori, è che questa esternalizzazione sia solo l’antipasto di un piatto futuro ben più pesante in termini di numeri e impatto”.