“Le grandi banche continuano a macinare utili anche in una «congiuntura non favorevole» ma non arrestano la riduzione dei costi del personale sotto forma di tagli di filiali e dipendenti”. Lo scrive “Il Secolo XIX” riportando i dati elaborati dal First Cisl. “Credito, utili in crescita ma continuano i tagli”, questo il titolo del servizio che fornisce però un quadro “da limone spremuto. Se le banche continueranno a fare affidamento su tagli dei costi del personale e sulla cessione degli Npl non potranno aumentare i ricavi”.
“Nei primi tre mesi dell’anno – evidenzia il quotidiano ligure rilanciando l’analisi di First Cisl – le 5 maggiori banche del paese (Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Bpm, Mps e Ubi) hanno totalizzato 2,7 miliardi di utili netti complessivamente contro i 2,3 miliardi dell’ultimo trimestre del 2018. Un risultato indubbiamente positivo (anche se per le medie e le piccole la situazione non è così rosea, anzi esistono dei focolai di crisi ancora attivi vedi Carige), ma raggiunto a fronte di 2.850 posti di lavoro e 187 sportelli in meno. A marzo le spese per il personale – si legge sul Secolo XIX – sono scese ancora del 3,7% rispetto agli ultimi tre mesi del 2018 e rappresentano ora solo il 34% dei proventi operativi contro il precedente 36,6%. E poi c’è il tema degli Npl. A marzo le sofferenze nette sono scese a 31,7 miliardi con un calo di 57 miliardi rispetto al picco della crisi di novembre. Tuttavia le percentuali di recupero dei crediti ceduti e cartolarizzati sono scese e la stagnazione non aiuta”.