Carige, First Cisl, per rilanciare la banca bisogna rafforzare le filiali

“In cinque anni, dal 2012, ultimo esercizio senza perdite nette Carige ha ridotto personale e filiali con un ritmo più elevato dei concorrenti, che pure hanno affrontato forti ristrutturazioni”. La considerazione, che affonda la sua autorevolezza nei numeri, è del portavoce della segreteria nazionale di First Cisl Riccardo Colombani. Il sito “Borsaitaliana” rilancia un servizio de “Il Sole 24 Ore – Radiocor Plus” che utilizza proprio una dettagliata ricerca di First Cisl su Carige per evidenziare che il rilancio dello storico istituto genovese passa anche attraverso una revisione delle politiche del personale che punti anche al rafforzamento delle filiali.

Da responsabile dell’ufficio studi di First Cisl Riccardo Colombani fa notare come “nella banca ligure il personale è calato del 23,1% e gli sportelli sono scesi del 21,9% contro cali rispettivamente dell’8,6% e del 16,4% tra i competitor: il risultato è che il prodotto bancario di Carige è crollato del 32,8% e quello dei concorrenti è sceso solo del 10,1%. Carige ha perso il 52,1% del proprio margine primario, mentre le altre banche scendono dell’11,9%. Il crollo ligure è dovuto a una contrazione spaventosa dei depositi, scesi del 40,3%, e dei crediti, ridottisi del 45,9%. E’ evidente che senza sportelli e con un numero troppo basso di addetti per filiale non si può fare banca del territorio e non si possono recuperare le quote di mercato perdute”.

Lo studio su Carige scaturisce da un confronto con Banco Bpm, Mps, Ubi, Bper e Creval, cinque banche nazionali a forte vocazione territoriale. “I commissari di Carige – prosegue Riccardo Colombani – sostengono che la ripresa dovrà passare attraverso il rilancio dell’attività commerciale con le famiglie e con le imprese del territorio: siamo d’accordo, ma senza rafforzare le filiali non ci si riuscirà, così come è impossibile riuscirci se si cedono masse di crediti garantiti, anziché lavorare al loro recupero. I numeri parlano chiaro: mettendo insieme depositi, titoli e crediti, nel 2018 Carige ha sviluppato un prodotto bancario per dipendente di 12,8 milioni di euro, che, crescendo dell’8,4% rispetto agli 11,8 milioni dell’anno prima, si è allineato con i 12,9 milioni delle altre maggiori banche di territorio italiane, segno di una forte produttività del personale, però i 109 milioni di prodotto bancario per filiale di Carige sono molto più bassi dei 152,4 milioni dei competitor, e questo perché’ la banca ligure ha mediamente solo 8,5 dipendenti per sportello, contro i 12 delle altre banche. L’ulteriore errore – conclude il portavoce della segreteria nazionale di First Cisl – sarebbe quello di sguarnire le strutture centrali per alimentare la rete, perché’ questo impedirebbe una gestione diretta e paziente dei crediti: lo sviluppo dell’attività con le imprese è incompatibile con l’ipotesi di cessione massiva delle inadempienze probabili, i cosiddetti utp. Infatti, a fine 2017 i crediti deteriorati di Carige erano coperti da garanzie reali nella misura del 74,2%, per cui chi li acquisisse potrebbe essere indotto ad adottare modalità spregiudicate di escussioni di queste garanzie, il che potrebbe determinare il dissesto delle imprese coinvolte e quindi, a caduta, anche dell’economia ligure. Per la banca, l’occupazione e l’economia regionale è molto più profittevole una gestione dei recuperi che valorizzi la capacità di relazione del personale”.