Quotidiano di Sicilia, sempre meno banche, i territori si svuotano di servizi

Continua ad attirare l’interesse degli organi d’informazione la ricerca elaborata dall’ufficio studi di First Cisl, diretto da Riccardo Colombani, sulla presenza fisica degli sportelli bancari sul territorio nazionale. A occuparsi della diminuzione del numero di filiali è il “Quotidiano di Sicilia” che pubblica un servizio dal titolo “Una provincia svuotata da troppi servizi e adesso tocca alle banche”.
“In un territorio che non riesce ad attrarre nuovi investimenti – scrive Lina Bruno – anche le banche chiudono le loro filiali. La provincia soffre più di altre in Sicilia di una povertà di iniziative imprenditoriali che inevitabilmente si ripercuote anche su un comparto che vive sui finanziamenti e sul credito. E così metà dei comuni del messinese non sono serviti da banche per effetto di una dismissione del servizio iniziato dieci anni fa”.

“Un report sulla situazione – si legge sul Quotidiano di Sicilia – è stato realizzato della First Cisl, la federazione che raggruppa i lavoratori delle banche, delle assicurazioni e della finanza. Soltanto cinquanta Comuni, sui 108 dell’hinterland messinese, sono rimasti sede di sportello bancario, con una consistente diminuzione del personale. A essere penalizzate sono le comunità più piccole, come quelle montane, che scontano la loro posizione di marginalità territoriale”.

Sulla situazione è intervenuto il segretario provinciale di First Cisl Messina Antonio Mangraviti  “Nel 2018 sono proseguite le uscite di dipendenti per gli effetti di piani industriali che puntano al contenimento del costo del lavoro e a cui sembra sfuggire  una visione strategica una visione strategica di vicinanza al territorio, nella funzione sociale di volano per lo sviluppo locale. Nell’ultimo decennio si è avuta una diminuzione dei lavoratori bancari di circa il 35%. Nel periodo 2009/2017, gli sportelli della provincia di Messina sono diminuiti di circa il 25% con una percentuale maggiore per quelli relativi ai primi cinque gruppi bancari. Nel confronto 2016-2017 si è passati da 193 sportelli a 179 con una flessione dell’8%. Il personale adibito alla rete commerciale si è ulteriormente ridimensionato perché, in alcune aziende di credito, la cosiddetta multipolarità ha portato alla creazione di uffici con lavorazione accentrate che hanno sottratto personale già adibito allo sportello”.

“A fronte di tutte queste uscite – ha aggiunto Mangraviti – si sono verificate solo sporadiche assunzioni, mentre nella stragrande maggioranza delle aziende di credito il turn over è bloccato da anni. L’obiettivo della digitalizzazione e della canalizzazione della operatività su canali telematici, che le aziende di credito perseguono, dovrebbe ridurre, fino a farlo scomparire, il ruolo del cassiere; persiste invece uno stato delle strutture informatiche lento e non adeguato a quello che si vorrebbe realizzare attraverso i canali telematici. Ecco quindi le file allo sportello, linee informatiche intasate, difficoltà di mantenere un servizio adeguato”.
“Forte preoccupazione, intanto, è stata manifestata per il destino della sede operativa dell’Irca di Messina, l’Istituto di credito regionale nato dalla fusione di Crias e Ircac. Il provvedimento – evidenzia Lina Bruno -, attualmente al vaglio della Commissione Attività produttive e della Commissione al Bilancio dell’Ars, creerebbe secondo i sindacati un notevole danno alle imprese e quindi al territorio.

“Bisogna intervenire – ha sottolineato il segretario generale della Cisl Tonino Genovese – per evitare quello che la nostra provincia sia depredata delle strutture finanziarie di cui dispone, al servizio della collettività”.