Banche, 4 big player hanno assorbito impatto Btp, produttività lavoro altissima

“Abbiamo sfiorato i peggiori scenari di tasso dei Btp decennali ipotizzati dagli stress test, eppure nei bilanci al terzo trimestre Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Bpm e Ubi hanno assorbito senza drammi i 3,4 miliardi di impatto patrimoniale che stimiamo essere stato causato dall’impennata dei rendimenti. Le incertezze politiche ed economiche non frenano la redditività: in nove mesi i quattro big player hanno cumulato 6 miliardi di utili, il 17% in più su base annua al netto delle poste straordinarie. Ci tocca dare ragione ai banchieri: il sistema è solido e redditizio, ma allora perché continuano imperterriti a tagliare personale e filiali? Aver perso in un anno 12.300 posti di lavoro, prevalentemente in Italia, solo in queste quattro banche, è drammatico per un Paese che ha un tasso di disoccupazione giovanile del 30%. Avere 1.260 sportelli in meno riduce ancora dell’8,4% in un solo anno il servizio ai territori, in barba ai doveri sociali delle banche”: è il commento di Giulio Romani, segretario generale di First Cisl, all’analisi delle trimestrali delle quattro banche al 30 settembre 2018 curata dall’Ufficio Studi del sindacato dei bancari.

“Se guardiamo al contributo offerto dal lavoro bancario ai conti di Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Bpm e Ubi – aggiunge Riccardo Colombani, responsabile dell’Ufficio Studi di First Cisl -, vediamo che i 13,6 miliardi di gettito commissionale continuano ad attestarsi intorno al 45% del margine primario totale delle quattro banche, che ha raggiunto i 30,3 miliardi. Il costo del personale ormai assorbe solo il 33% dei proventi operativi, contro il 36% di un anno fa. In tutto, il margine primario vale 2,6 volte il totale delle spese per il personale e le sole commissioni nette coprono 1,2 volte i salari. Le commissioni nette per dipendente sono salite in un anno da 55 a 58 mila euro, ogni filiale oggi mette insieme quasi 1 milione di euro di gettito commissionale netto, il 9,5% in più di un anno fa. La produttività è altissima: non ci vengano a dire che nell’imminente rinnovo contrattuale non c’è spazio per riconoscere ai lavoratori il loro contributo determinante al risorgimento del sistema bancario italiani negli anni della crisi”.

“I bilanci al 30 settembre – conclude Colombani – beneficiano certamente anche delle minori rettifiche nette sui crediti, scese di 863 milioni rispetto a un anno fa, collocandosi a 4,7 miliardi, il 12% in meno in confronto a settembre 2017. Restiamo tuttavia convinti che il miglioramento della qualità del portafoglio sia raggiungibile, anziché con continui ricorsi a cessioni di Npl, anche e soprattutto con una gestione paziente e in house del credito deteriorato, in modo da contribuire in maniera determinante al rilancio dell’economia e alla tenuta occupazionale”.

Di seguito, in allegato, le tabelle esplicative.

Analisi delle trimestrali delle banche big 4 al 30 settembre 2018