Le province della Sicilia centrale misurano gli effetti della riorganizzazione della rete bancaria italiana certificata dalla ricerca condotta dall’ufficio studi di First Cisl diretto da Riccardo Colombani. Sull’argomenta punta il suo interesse il quotidiano “La Sicilia”. “Chiudono gli sportelli e riducono gli occupati”, questo il titolo dell’articolo pubblicato nell’edizione di Enna. “Manifestano parecchia preoccupazione – scrive il quotidiano catanese – la Cisl Agrigento-Caltanissetta-Enna e la federazione Cisl dei Bancari per i dati che emergono dalle statistiche per la provincia di Enna dove viene confermato il trend nazionale che vede un’elevata percentuale di sportelli bancari e la conseguente diminuzione di addetti”.
Sulla problematica interviene il segretario provinciale First Cisl ci Agrigento, Caltanissetta, Enna, Fabrizio Greco “Il settore ha esasperato l’applicazione dei processi digitali, procedendo in maniera indiscriminata e non organizzata alla chiusura di un numero eccessivo di filiali spersonalizzando il lavoro e la fidelizzazione con la clientela a favore dell’automazione/robotica”.
“La Sicilia” fa notare come “il fenomeno di digitalizzazione ed automazione dei processi non è stato utilizzato dalle aziende a sostegno degli operatori ma in loro sostituzione”. “Purtroppo la chiusura degli sportelli bancari corrisponde ad una riduzione degli occupati oltre che ad un disagio nella fruizione dei servizi finanziari da parte dei cittadini – dichiara Carmela Petralia, segretario territoriale Cisl – a subire maggiormente le conseguenze di tale fenomeno sono i territori dell’entroterra che continuano ad impoverirsi sempre di più ed a perdere posti di lavoro e servizi per i cittadini”.
La recente soppressione degli sportelli bancari operata da Unicredit nei centri di Aidone e Calascibetta viene presa ad esempio dal quotidiano siciliano per evidenziare come i cittadini siano stati costretti a “a spostarsi nelle zone limitrofe per effettuare le operazioni bancarie”. Da qui la richiesta di Cisl e First Cisl “di un’inversione di tendenza che porta maggiori servizi e minori disagi ai cittadini. Bisogna partire rinsaldando il rapporto di fiducia tra banca e clienti che in un istituto di credito cercano anche altro che una sola cassa automatica”.