Studio First Cisl, in Basilicata i servizi online non rimpiazzano le filiali

Un dettagliato servizio del quotidiano “La Nuova del Sud” rilancia il tema della redistribuzione degli sportelli bancari sul territorio nazionale. Ad alimentare l’articolo del foglio lucano, dal titolo “Dal 2010 chiusi 50 sportelli”, è lo studio First Cisl sulla bancarizzazione italiana. “Meno sportelli significa anche meno occupati nel settore e tempi di attesa più lunghi per i clienti – si legge -. I lavoratori bancari lucani sono passati da 1.260 del 2010 ai 1.117 del 2016, con una riduzione dell’11,3% pari, in termini assoluti, pari a 143 posti di loro andati persi situazione gestita con gli accordi sindacali che hanno consentito il prepensionamento o il pensionamento di tutti i lavoratori in esubero”.

“La Basilicata -scrive La Nuova del Sud – si conferma fanalino di coda per quanto riguarda l’uso dei canali home e corporate banking: 70 famiglie lucane su 100 nel 2017 hanno fatto ricorso ai servizi bancari telematici, contro una media nazionale dell’11,3%, dato in crescita del 25% , ma ben al di sotto del trend nazionale (+45,6%)”.

“Non va meglio per quanto riguarda le imprese solo 53 aziende lucane su 100 utilizzano il canale telematico per i loro servizi finanziari rispetto alla media nazionale di 73. Ciò si spiega con la presenza di un tessuto imprenditoriale composto prevalentemente da lavoratori autonomi e micro-inprese che hanno una certa difficoltà ad interfacciarsi con questi strumenti”.

Il segretario generale aggiunto della Cisl Basilicata, Gennarino Macchia evidenzia come lo studio First Cisl faccia notare come le maggiori banche nazionali abbiano deciso “di ridurre fortemente la loro presenza sul nostro territorio, considerato meno appetibile anche perché la Bce da tempo eroga alle banche dell’Unione più di 80 miliardi di euro al mese. Questo comporta che le banche sono disincentivate dal cercare di ottenere denaro con i consueti canali di raccolta e decidono quindi di ridurre sportelli e addetti”.