“Aver finalmente ottenuto che gli 855 dipendenti delle società prodotto del gruppo Ubi abbiano lo stesso contratto integrativo dei 16.5oo colleghi che operano in banca è certamente positivo. Ma il quarto gruppo bancario italiano non può nemmeno pensare di trattare altri lavoratori come figli di un dio minore e quindi vogliamo estendere il contratto anche ai 4.70o che arrivano da Banca Etruria, CariChieti e Banca delle Marche”: sono queste le parole di Riccardo Colombani, della segreteria nazionale di First Cisl, che sono state riprese da Cristina Casadei nell’articolo del Sole 24 Ore che illustra i contenuti dell’accordo siglato in Ubi per l’estensione del contratto integrativo a tutto il perimetro pre-integrazione delle tre good bank.
“Ubi, integrativo alle «società prodotto. Con l’accordo welfare ad altri 855 lavoratori. Mancano all’appello i cinquemila delle Bridge bank”: questo il titolo del Sole 24 Ore.