Il Gazzettino, sequestro BpVi, politica spieghi perché non ha frenato compensi

Il quotidiano veneto Il Gazzettino ha ripreso nella propria versione on line le dichiarazioni del segretario generale di First Cisl, Giulio Romani, in merito alla vicenda del sequestro disposto dal tribunale di Vicenza nei confronti dell’ex presidente della Banca Popolare di Vicenza, Gianni Zonin. “Popolare Vicenza, Cisl: «Sequestri a Zonin una goccia nel mare»” titola Il Gazzettino.

Di seguito il testo dell’articolo.

«Una goccia nel mare dei suoi faraonici compensi da presidente della Popolare di Vicenza, ecco cosa sono i 346 mila euro sequestrati a Zonin. Adesso la politica ci spieghi perché non ha mai frenato le scandalose retribuzioni dei vertici delle banche». Lo afferma il segretario generale di First Cisl, Giulio Romani, alla luce dell’analisi compiuta dall’Ufficio Studi del sindacato sulle retribuzioni dei top manager della banca vicentina a partire dal 2005. «I soldi che gli sono stati sequestrati dal tribunale – aggiunge – corrispondono appena al 34% del milione abbondante di euro che Zonin ha incassato solo nel 2015 come ultimo stipendio in Popolare di Vicenza. Nel 2014 si era concesso 1,1 milioni. In entrambi i casi la cifra era attorno al 20% dei compensi totali degli amministratori».

Nei giorni scorsi, la procura di Vicenza ha chiesto e ottenuto dal Tribunale provvedimenti di sequestro conservativo contro i vertici di Popolare di Vicenza, per un ammontare ciascuno di poco superiore ai 346mila euro. Totale un milione e 750mila euro. Cifre neppure paragonabili a quelle al centr del crac della banca. In testa ai destinatari del decreto c’è, appunto, l’ex presidente Gianni Zonin, che negli ultimi due anni si è disfatto del patrimonio, intestando aziende e beni a moglie e figlio.

«Prima non sappiamo quanto abbia preso, perché i bilanci non erano tenuti a dichiararlo e non eccellevano in trasparenza su questo aspetto, però se consideriamo che dal 2005 al 2015 gli amministratori hanno avuto complessivamente 51,6 milioni di euro – conclude Romani – non ci stupiremmo se i compensi che ha percepito nel suo ultimo biennio fossero solo una minima parte di quelli che ha ricevuto complessivamente».