AdessoBanca! sul quotidiano Avvenire

È a firma di Pietro Saccò l’articolo con cui il quotidiano Avvenire ha presentato AdessoBanca!, il manifesto per la tutela del risparmio e del lavoro redatto da Cisl e First Cisl. “La proposta. Idee per evitare una nuova crisi delle banche” titola Avvenire.

Di seguito il testo dell’articolo.

“Passata l’emergenza, l’Italia sembra essersi già dimenticata dei problemi delle sue banche. I partiti si sono affrontati in quella specie di ring che è stata la “Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario” (organismo che ora, com’era prevedibile, fatica a produrre un testo condiviso) ma nei loro programmi elettorali hanno lasciato poco spazio al tema della riforma delle regole bancarie. Si inserisce in questo evidente “buco” della campagna elettorale il manifesto «Adesso Banca!» con il quale la First Cisl offre una proposta organica di riforma del sistema creditizio. Una riforma pensata per essere «a tutela del risparmio e del lavoro» e «socialmente utile». Il testo, accompagnato da indicazioni e riferimenti precisi sugli interventi legislativi da attuare, ha raccolto interesse e consenso tra i partiti a cui è stato presentato nelle ultime settimane.

In sei punti il sindacato che rappresenta i dipendenti delle banche e delle assicurazioni suggerisce alla politica dove intervenire per evitare che il Paese si trovi di nuovo davanti a situazioni critiche come quelle di Mps, delle banche “salvate” o delle venete. Si chiede di istituire il reato di disastro bancario e creare una sorta di «Superprocura unica» dei reati finanziari. Alla base, però, c’è anche l’idea che è necessario indirizzare il sistema verso il suo ruolo naturale di sostegno alle famiglie e di volano per le imprese. «La definizione del reato di disastro bancario non può attenderespiega il segretario generale di First Cisl, Giulio Romani -ma questo non basta se non restituiamo le banche ai cittadini, favorendone la partecipazione».

I primi tre punti del manifesto affrontano alla base le regole del funzionamento di una banca: i suoi obiettivi, il rapporto con i dipendenti, quello con i risparmiatori. La First Cisl propone di «restituire le banche ai cittadini». Da un lato attraverso incentivi fiscali che incoraggino l’investimento a lungo termine su un istituto di credito, dall’altro con vincoli legali che obblighino gli istituti di credito a dare spazio ai piccoli azionisti nelle loro decisioni di interesse sociale e a prevedere posti, nei consigli di amministrazione, per chi rappresenta i dipendenti e gli organismi di controllo. Il secondo punto riguarda i dipendenti, e propone misure per evitare che i manager degli istituti di credito incentivino o costringano i bancari a perseguire obiettivi finanziari o contabili a scapito degli interessi dei clienti. Il terzo punto affronta direttamente la questione della tutela dei risparmiatori, chiedendo l’introduzione di un modello Mifid unico per tutte le banche e affidando alla Consob la responsabilità di verificare se allo sportello qualcuno “gioca” modificando il profilo di rischio dei clienti per vendere prodotti rischiosi che il risparmiatore medio non è in grado di capire.

La seconda parte del manifesto affronta il problema dei crediti deteriorati. La proposta della First Cisl, tecnicamente sofisticata, va verso la creazione di soggetti nuovi che possano rilevare i crediti problematici delle banche italiane senza costringerle a svenderli, per poi gestire questi crediti con pazienza, senza cercare il massimo ritorno immediato come invece fanno, per loro natura, i fondi speculativi internazionali. La riforma delle banche non può poi non coinvolgere una diverso sistema di incentivi per i loro manager, vincolando un terzo dei compensi a obiettivi sociali e due terzi a traguardi finanziari con un orizzonte medio-lungo. Servirebbe comunque, avverte il sindacato, un tetto massimo ai compensi dei manager, anche alla luce di quanto è successo negli ultimi anni. L’ultimo punto del manifesto propone l’accorpamento delle varie leggi che riguardano i reati economici in una norma unica sul reato di «disastro bancario», così da evitare che chi provoca il dissesto di un istituto di credito possa cavarsela con tante sanzioni “minori” per la violazione dei tanti reati finanziari “minori” sparsi nei codici italiani.”